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'Ndrangheta in Piemonte, chiesto il rinvio a giudizio per l'ex assessore regionale
Oltre a Roberto Rosso, ex componente di giunta oggi in carcere, altri 9 rischiano di finire a processo. In due hanno scelto di procedere con rito abbreviato
Pubblicato il: 20/05/2020 – 16:14
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TORINO Il pm Paolo Toso ha chiesto il rinvio a giudizio per nove imputati, tra i quali l’ex assessore della Regione Piemonte, Roberto Rosso, nell’udienza preliminare per l’inchiesta chiamata “Fenice”, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Rosso, detenuto dallo scorso dicembre nel carcere delle Vallette, è accusato di voto di scambio politico-mafioso. Secondo l’accusa, in occasione delle elezioni regionali del 2019, dove era candidato per Fdi, fece avere del denaro a due persone vicine alla ‘ndrangheta in cambio di un pacchetto di voti. «Abbiamo scelto il rito ordinario – spiega l’avvocato di Rosso, Giorgio Piazzese – perché intendiamo dimostrare la totale estraneità di Rosso a qualsiasi contatto con la criminalità organizzata». Hanno scelto il rito abbreviato invece Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, due degli undici imputati nel processo partito dall’inchiesta ‘Fenice’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Il giudice Elena Rocci, durante l’udienza preliminare che si è tenuta oggi al Tribunale di Torino, ha accolto le richieste. In aula l’imputato Francesco Franzè ha reso dichiarazioni spontanee, dichiarandosi estraneo alle accuse. L’udienza preliminare è stata rinviata a venerdì.
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