di Fabio Benincasa
CATANZARO Come ripeteva spesso Adriano Galliani: «Certi non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». L’ex Ad del Milan utilizzava i versi della celebre canzone di Antonello Venditti ogni qualvolta regalava chicche di mercato ai giornalisti. È successo in occasione del ritorno di Sheva e Kakà ed era francamente indimenticabile il sorriso malinconico con cui l’attuale dirigente del Monza catturava l’attenzione delle telecamere. Gli occhi lucidi nascondevano l’emozione nel rivedere con i colori rossoneri campioni del passato glorioso di un club poi costretto a vendere le sue stelle.
Ma le “minestre riscaldate” si sa (troppo spesso) non sono garanzia di successo. Lo sa bene Galliani, ma lo sanno bene tutti i dirigenti e presidenti delle società di calcio che si sono affidati (almeno una volta) al cuore e non ai consigli degli esperti. Insomma, i ritorni spesso coincidono con un flop, un po’ come accaduto a Catanzaro dove Auteri – 10 anni dopo – non è riuscito a ridare sorriso ed entusiasmo ad una piazza delusa e disincantata dopo l’ennesima stagione vissuta tra alti e bassi. Su e giù in classifica neanche fosse il Nasdaq.
Il Catanzaro, dopo il pari contro il Potenza, è stato eliminato dai playoff e si prepara a dire addio (ancora una volta) ad Auteri. Il tecnico di Floridia era già stato esonerato nel corso della stagione, salvo poi essere “costretto” a tornare (di corsa) in panchina per rilanciare una squadra in crisi di risultati ed identità durante la gestione Grassadonia. Auteri, tornato da Potenza, ha salutato tutti e raccolto le sue cose, svuotato l’armadietto e fatto ritorno a casa. Il futuro è lontano da Catanzaro e dalla Calabria, il presidente Noto non ha fatto e non farà nulla per trattenerlo ed anzi pensa già alla prossima stagione.
Sul taccuino della dirigenza è finito il nome di Piero Braglia. L’ex allenatore del Cosenza, senza squadra dopo l’esonero rimediato in stagione, è pronto a rilanciarsi in una piazza dove ha già allenato e che ancora oggi lo ama e lo reclama, nonostante i successi conquistati alla guida del Cosenza, il club degli “odiati” cugini. In amore si perdona tutto, anche i “tradimenti” e gli ultras giallorossi non faranno fatica a mandar giù il rospone pur di vedere la squadra in alto in classifica e pronta a giocarsi la promozione. Braglia è il condottiero giusto per il presidente Noto, che all’allenatore di Grosseto pensa già da qualche mese. Ma anche in questo caso, si tratterebbe di un ritorno, gradito certo, ma pur sempre di un film già visto. Ed allora, per il patron giallorosso il dubbio diventa amletico: cuore o ragione?
La scelta è difficile, così come non è semplice convincere Braglia. Che non rifiuterebbe il ritorno in Calabria, sponda giallorossa, ma a determinate condizioni. Innanzitutto un progetto tecnico serio, poi una rosa costruita con calciatori pronti e giovani di qualità ed infine un contratto pluriennale. Sul tecnico ha posato gli occhi anche il Novara, anche se la società azzurra è da qualche settimana che non si fa sentire: un motivo in più per il Catanzaro per premere sull’acceleratore e concludere in tempi brevi la trattativa. (redazione@corrierecal.it)
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