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«Tutti a scuola il 14 settembre». Ma è allarme per i banchi anti-Covid

Il ministro Azzolina rassicura sulla ripartenza. Le imprese: «Impossibile, il bando andrà deserto». E Arcuri chiede di stoppare le polemiche

Pubblicato il: 22/07/2020 – 20:19
«Tutti a scuola il 14 settembre». Ma è allarme per i banchi anti-Covid

ROMA «Si torna tutti a scuola regolarmente il 14 settembre», torna a rassicurare la ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina. Ma le imprese italiane che producono arredi per le scuole lanciano un allarme: rispondere al bando del commissario Domenico Arcuri per i nuovi banchi “anti-covid” è una «impresa impossibile», «andrà deserto».
Lucia Azzolina non mostra incertezze, parla ad Ancona: «Sto attraversando palmo a palmo tutti i territori italiani per verificare le criticità di ogni singola regione concentrandomi soprattutto sugli spazi e sull’organico», spiega. E sottolinea: «Il decreto rilancio ha già previsto un miliardo e 600 milioni di euro e ho chiesto un altro miliardo e 300 milioni di scostamento, cosicché entro settembre la scuola potrà disporre di 2,9 miliardi d’investimento, cui si aggiungono altri 236 milioni di euro di libri scolastici gratuiti per gli studenti in difficoltà». E sui banchi dice: «Non ci sono direttive univoche per l’utilizzo di banchi singoli nelle scuole per garantire il distanziamento sociale, faremo quello che ci chiedono i dirigenti scolastici degli istituti di tutta Italia». Pronta la replica anche dell’ufficio del Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che sottolinea come «non è questo il momento di fare polemiche o alimentare divisioni: l’apertura delle scuole in sicurezza è un obiettivo fondamentale per l’intero Paese» ed è per questo «necessario lo sforzo di tutti e un forte senso di responsabilità per permettere ai nostri ragazzi, agli insegnanti e al personale non docente di riprendere le attività».
Per il 14 settembre, tuttavia, non ci saranno i nuovi banchi, o comunque non saranno stati prodotti dalle aziende italiane del settore che non hanno dubbi: «Il bando andrà sicuramente deserto», «perché un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione», è «certamente una missione impossibile», «in pratica significa che dal 7 al 31 agosto, cioè in 23 giorni compresi tutti i festivi, dovrebbe essere concentrata la produzione di 5 anni», sostengono Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, che rappresentano produttori e distributori italiani dell’arredo scolastico per il 95% del fatturato nazionale. È l’intero comparto industriale, avvertono, che rischia di essere «spazzato via da un bando di gara che potrebbe avere un solo fornitore non italiano, che produce nel Sud Est asiatico, con un prodotto che non risponde alle leggi e alle normative di sicurezza e a favore della corretta postura di bambini e ragazzi a cui tutti i produttori italiani e comunque chi vuole vendere alla P.a. devono assolutamente attenersi».
Requisiti del bando, capacità produttiva, disponibilità e tempi di fornitura dei materiali necessari per produrre, poi la consegna dei nuovi banchi direttamente “nelle aule” a cura dei fornitori, in ogni angolo d’Italia entro inizio settembre: «Impossibile», è la sintesi. «Nella migliore delle ipotesi la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare a 120.000 pezzi consegnati entro fine settembre, a patto che siano disponibili pannelli, tubolari, insomma tutti i componenti. A tutto ciò si aggiunga che anche la consegna e la messa in loco degli arredi è in capo ai fornitori».

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