GERACE Dal 13 luglio all’14 agosto 2020 si è svolta la V edizione del progetto “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace 2019, ideato da Giuseppe Mantella, coordinato da don Fabrizio Cotardo e don Angelo Festa e promosso da S. E. R. Mons. Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, in collaborazione con il Segretariato Regionale della Calabria, Regione Calabria, Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, Soprintendenza ABAP per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Hanno aderito al progetto la Pontificia Università Gregoriana, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università di Trento, le Accademie di Belle Arti di Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli e l’Aquila. L’obiettivo è promuovere la conoscenza, il recupero, il restauro, la conservazione e la restituzione, ove possibile, alla loro funzione, dei manufatti storico-artistici d’interesse sacro e religioso, individuati come particolarmente bisognosi di attenzione all’interno del territorio calabrese. Eseguite azioni esemplificative della tipologia degli interventi possibili, come ideale prototipo di un futuro piano integrato di recupero e manutenzione dei beni culturali, da attuarsi sul territorio calabrese, con il coinvolgimento dei responsabili, docenti e studenti delle Istituzioni scientifiche e accademiche coinvolte nel progetto. Durante lo svolgimento delle esercitazioni pratiche verranno tenute anche lezioni teoriche da docenti afferenti alle Università, altresì quelle di Malta e di Messina.
In un momento così difficile per il nostro paese e per l’intera popolazione mondiale a causa dell’emergenza sanitaria relativa al COVID-19, l’intento dell’edizione 2020 era quello di proporre strumenti culturali, divulgando scienza e formazione in pieno spirito di collaborazione e compartecipazione con gli enti coinvolti, sfruttando i principali punti di forza delle tecnologie digitali e di rete, che chiaramente in questo preciso momento storico rafforzano e sfruttano le loro principali risorse.
È stato necessario reinventare e riadattare le attività standard, creando nuovi canali e tecniche per fronteggiare l’emergenza sanitaria. L’impegno si fonda nel continuare a ritrovare la speranza per sviluppare cultura, solidarietà e condivisione, principi basilari delle idee progettuali. Sono tanti, infatti, gli enti che in questo momento così critico si sono mobilitati attraverso la “solidarietà digitale”, mettendo a disposizione le loro risorse in maniera accessibile.
IL TIROCINIO FORMATIVO Dal 13 al 26 luglio si è svolto invece il tirocinio formativo presso il Santuario della Madonna di Polsi a San Luca, comune della Provincia di Reggio Calabria, all’interno del quale è conservata la statua della Madonna della Montagna, scultura in tufo di notevole bellezza, scolpita a tutto tondo da maestranze siciliane o napoletane. Nulla si sa dell’arrivo di questa statua nella valle, numerose leggende caratterizzano le sue vicende storiche, autori come Corrado Alvaro, ritengono che il trasferimento sia avvenuto verso la metà del secolo XVI, per tanto saranno effettuate indagini diagnostiche sul simulacro in modo tale da poterlo studiare ed incrementare le notizie storico scientifiche che lo riguardano. Il santuario di Polsi sorge a 862 mt. sul livello del mare, il caratteristico edificio fondato da Ruggero il Normanno nel 1144 è situato in una vallata circondata da monti alteri, venerato da sempre, è meta di preghiera per la gente dell’Aspromonte e della Calabria intera ed ha un ruolo fondamentale nella storia religiosa ed antropologica della regione in quanto meta di pellegrinaggio, principalmente nei mesi di agosto e settembre grazie al clima favorevole, di carovane di fedeli. Documentazioni storiche antichissime testimoniano la presenza dei pellegrini al santuario di Polsi, già nel 1604 si parla di un fenomeno ormai tradizionale e consolidato. Fu mons. Del Tufo verso la metà del XVIII secolo a dare nuovo impulso attraverso un’ispirata azione pastorale e la rifondazione delle strutture del santuario, s’ intende incentrare studi a livello prevalentemente storico e artistico, in grado di consolidare ed affermare anche la valenza culturale di un luogo così pregno di fede e tradizione.
Dal periodo che invece va dal 27 luglio al 14 agosto, le attività formative si sono spostate poi presso la Cittadella Vescovile di Gerace, sede storica del progetto “Arte e Fede”, dove un nuovo gruppo di lavoro si occuperà del corposo patrimonio del tesoro della cattedrale non ancora edito, catalogato e fruibile. Saranno prese in esame le pergamene del fondo archivistico diocesano Locri – Gerace, nello specifico ci si occuperà di circa 70 documenti (XVI – XIX sec.) facenti parte dell’Archivio del Capitolo Cattedrale, nel quale si conservano i superstiti documenti del Capitolo stesso. È stata effettuata, inoltre, una catalogazione e digitalizzazione del materiale cartaceo, effettuata la verifica preventiva del dello stesso, si valuteranno le condizioni e l’eventuale messa in sicurezza, al fine di garantirne così l’accesso al contenuto dei documenti e contemporaneamente permetterne la conservazione degli originali in condizioni ottimali, preservandoli da ogni manipolazione. Preso in considerazione anche il corposo nucleo di paramenti liturgici appartenenti alla basilica di Gerace, svariati attualmente esposti presso il museo diocesano, ma molti ancora non catalogati e studiati, attualmente conservati nei depositi della cittadella vescovile, anche in questo caso si procederà alla schedatura di ogni ornamento sacerdotale e alla sua messa in sicurezza. Lo studio dedicato ai paramenti sacri è di grande importanza, a Gerace si possono ammirare i lavori commissionati dal vescovo del Tufo nella prima metà del XVIII a Giuseppe Zappino da Napoli , tra i più famosi ricamatori della Napoli del rococò, o ancora gli splendidi tessuti realizzati in Calabria come il piviale in broccato di seta del vescovo e nunzio apostolico Lorenzo Tramallo venuto fuori da un’ atelier di Catanzaro nella prima metà del XVII , quindi i ricchi ricami in oro, frutto delle pazienti mani delle monache di clausura del monastero di sant’Anna di Gerace del XIX.
La nuova programmazione attuale ha visto ancora l’attività formativa composta da due momenti fondamentali, quello pratico e quella teorico. Per una maggiore sicurezza nel rispetto del distanziamento sociale dovuto all’emergenza Covid-19 in questa annualità il numero degli studenti partecipanti al tirocinio (20) è stato distribuito equamente sui due siti indagati (Polsi – Gerace) durante i due diversi periodi previsti. A fronte di questa apertura, va per contro rimarcato il carattere identitario che si è voluto dare all’iniziativa, evidenziando il valore della cultura locale e della tradizione artistica e religiosa del territorio. In questo senso sono state le Sovrintendenza e la Diocesi di Locri-Gerace con la loro specificità, insieme alle diverse Diocesi calabresi, a costituire il carattere distintivo degli interventi, coinvolgendo anche gli studenti universitari provenienti dal territorio regionale e diocesano, affinché le giovani generazioni di calabresi si prendano cura del proprio patrimonio di arte, fede e storia, facendosi carico di un recupero che divenga il luogo del loro riscatto.
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