di Roberto De Santo
CATANZARO Non si può parlare di rimbalzo, ma certamente i primi importanti segnali di ripresa si registrano. Seppur timidamente il settore delle costruzioni in Calabria è ritornato a camminare. Anche se il comparto – a causa della deflagrazione della crisi economica scatenata dall’emergenza Covid – non riesce ancora a recuperare i valori dell’anno precedente. La conferma arriva dai dati dell’Istat e dalle analisi dell’Associazione nazionale costruttori edili che registrano un interessante incremento dell’indice di produzione del settore.
Gli ultimi dati Istat, in particolare, segnano ad agosto un aumento del 12,8% rispetto allo stesso mese del 2019. Ma già nel mese precedente l’indice rimaneva in terreno positivo: +0,3%. Segnali incoraggianti dunque che indicano la vitalità di un settore particolarmente delicato per la tenuta economica e occupazionale della Calabria. Ricordiamo, infatti, che questa filiera produttiva rappresenta il 12,6% dell’intera ricchezza prodotta sul territorio e che stando agli ultimi dati disponibili, garantisce lavoro ad oltre 30mila persone di cui oltre un terzo nel Cosentino. Le aziende del settore costruzioni registrate nel sistema delle Camere di Commercio calabresi, nel secondo trimestre del 2020 sono pari a 21.395 che rappresenta l’11,4% del totale delle aziende presenti in Calabria.
Un settore dunque strategico che è stato investito in pieno dagli effetti della pandemia, ma che sta marcando segnali di ripresa che fanno ben sperare per il futuro qualora l’emergenza sanitaria – ancora in corso – non dovesse spingere le autorità a procedere ad un nuovo lockdown. La chiusura delle attività produttive della scorsa primavera ha avuto infatti effetti devastanti sul segmento che ha segnato una pesante contrazione dell’indice della produzione: -35,5% nel mese di marzo, -68,9%, nel mese di aprile. Per risalire lentamente la china dopo la riapertura: -15,9% maggio e -5,6% di giugno. Stando ai dati Ance, in quei mesi oltre l’85% delle imprese di costruzione in Calabria si sono fermate causando una contrazione del 51,6% del fatturato e del 63,4% dell’occupazione.
Per questo un’eventuale chiusura delle attività avrebbe effetti letali su diverse realtà che operano nella regione con conseguenti pesanti ricadute sui già compromessi livelli occupazionali del settore. Tarpando le ali ad un comparto che viceversa appunto sta registrando vivacità. Soprattutto in vista della piena entrata in vigore delle misure introdotte ad agosto dal “Decreto Rilancio” con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 5 ottobre dei due decreti attuativi del cosiddetto “superbonus 110%”.
Atti in grado di liberare finalmente tutte le potenzialità di iniziative – praticamente a costo zero per i cittadini – capaci di riqualificare sotto il profilo ecosostenibile e della staticità in chiave di tenuta antisismica anche l’enorme patrimonio edilizio calabrese. Si tratta, secondo le stime Ance, di circa 610mila gli edifici adibiti ad abitazione in Calabria che sorgono in zone ad alto rischio sismico e che dunque necessiterebbero di interventi così come di manutenzione per avviarne una riqualificazione energetica. Stando ai dati dell’Associazione dei costruttori, se pienamente adoperate quelle due misure metterebbero in moto in Calabria investimenti per oltre 10 miliardi (7,4 miliardi per interventi tesi a prevenire il rischio sismico e circa 3 per quelli per renderli più efficienti sotto il profilo energetico). Non considerando anche l’indotto.
E il fermento di imprese e cittadini per quelle misure si percepisce già dalla massa di richieste di informazioni e di preventivi registrati dagli addetti ai lavori in Calabria. Un segnale riportato dal report di ProntoTrends, l’osservatorio di ProntoPro sul mercato dei servizi. Stando ai dati del primo sito del settore che mette in contatto domanda e offerta di servizi professionali, emerge infatti che l’introduzione del meccanismo di incentivazione alla ristrutturazione degli edifici privati stia fortemente influenzando le scelte d’investimento degli italiani e dunque anche dei calabresi. Ad interessare soprattutto gli interventi tesi a migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Secondo i dati dell’Osservatorio, quasi 8 calabresi su dieci sarebbero interessati ad investire per rendere più efficiente la propria abitazione. Un dato in crescita rispetto al passato e che sarebbe appunto legato all’entrata in vigore del super ecobonus. Infatti le richieste di preventivi in questo settore sarebbero cresciute in due anni di 21 punti percentuali: passando dal 58% del 2018 al 79% di quest’anno. Sempre secondo questo report, la Calabria risulta inoltre la regione in Italia con le tariffe più vantaggiose per effettuare i lavori di riqualificazione dell’immobile. Segnali dunque che indicano come la macchina legata ai superbonus sia pronta a partire e possa contribuire, coronavirus permettendo, a far riprendere in modo più robusto l’intera filiera produttiva delle costruzioni calabrese.
Un settore che per ora ha registrato segnali positivi grazie soprattutto all’uscita dalla fase 1 dell’emergenza Coronavirus e alla ripresa degli investimenti nei lavori pubblici. Come spiega il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante che per questo si dice «seriamente preoccupato» per un’eventuale nuova chiusura delle attività produttive.
L’Istat indica una ripresa in Italia del settore delle costruzioni, vale anche per la Calabria?
«È senz’altro vero che, dopo la forte caduta registrata dal settore causata dal lockdown, dal mese di maggio le attività di edilizia hanno iniziato a mostrare segnali di progressivo allentamento della contrazione subita. In particolare nel mese di agosto l’indice di produzione ha registrato un incremento importante e significativo rispetto allo stesso mese del 2019. Possiamo perciò parlare certamente di una ripresa ma lenta e, allo stato, non capace di compensare le forti e negative cadute produttive dei mesi più neri del lockdown. La media dei primi tre trimestri di quest’anno, continua infatti a rimanere in negativo rispetto ai dati dell’anno precedente. In Calabria si registra nel complesso ancora un meno 21%. Per sintetizzare, la strada della ripartenza lascia ben sperare ma la ripresa è ancora lenta e la preoccupazione di un nuovo stop alle attività è crescente e preoccupante».
A cosa è dovuto questo segnale di recupero?
«Il dato positivo registrato nell’ultima rilevazione Istat può essere fondamentalmente attribuito alla ripresa dei lavori pubblici, e segnatamente a quelli sospesi per il fermo delle attività dei mesi precedenti. In particolare le attività che maggiormente hanno pesato sui dati positivi rilevati, possono ricondursi sostanzialmente all’edilizia scolastica che, come risaputo, è tra gli interventi più significativi finanziati dalla Regione. Accanto a questi hanno sicuramente inciso anche l’avvio di alcune opere pubbliche di significativo impatto, tra cui, ad esempio, l’ospedale di Corigliano Rossano ed il terzo megalotto della statale 106».
C’è stato un primo riscontro in Calabria per l’avvio del superbonus del 110% nell’edilizia?
«In questo momento i lavori relativi all’utilizzo dell’eco e del sismabonus sono, per così dire, in uno stadio di gestazione. Nel senso che, in Calabria, possiamo dire di essere sostanzialmente alla fase propedeutica dei progetti di fattibilità e dell’acquisizione compiuta della domanda. Le ultime direttive da parte dell’Agenzia delle Entrate sono di appena 10 giorni fa e, dunque, avendo ora una cornice più definita si potrà passare alla fase della cantierabilità delle opere. Quello che posso dire è che esiste sicuramente molta domanda che, per i tempi di approntamento degli interventi e per la complessità degli stessi, potrebbe non essere soddisfatta entro il termine di scadenza prevista per il 2021. Per questo è auspicabile che una tale misura possa essere prorogata o, ancora meglio, essere resa strutturale».
Quale tipologia di interventi legati al bonus è maggiormente richiesta dai cittadini calabresi?
«Senza dubbio la misura più richiesta è quella dell’ecobonus. Questo non soltanto perché quella relativa al sismabonus è più complessa e radicale nella sua attuazione, ma anche perché le iniziative attraverso l’utilizzo dell’ecobonus trainano anche attività complementari (infissi, riscaldamento, raffrescamento, etc.) direttamente incidenti sulle unità immobiliari del singolo proprietario. Sarebbe ovviamente però auspicabile ed importante che anche sulla componente sismica la domanda possa crescere, perché non bisogna dimenticare che tutti i comuni della Calabria sono considerati a rischio sismico».
Quali iniziative potrebbero essere attivate dalla Regione per facilitare la piena attuazione dei bonus?
«Come iniziative che peraltro come Ance Calabria abbiamo proposto alla Giunta regionale, ve ne sono due su tutte che, secondo me, assumono particolare rilievo: la prima di carattere normativo e la seconda di carattere finanziario. La prima consiste nell’adeguamento e nella semplificazione della normativa regionale antisismica attraverso un regolamento di attuazione facilmente fruibile da parte di professionisti e imprese e di strumenti attuativi – come la piattaforma informatica – funzionali e funzionanti. Su questo punto è stato avviato da parte della Regione un proficuo confronto con Ance e gli Ordini professionali che spero possa essere concluso nel tempo più breve possibile. La seconda è la possibilità di costituire un Fondo per la liquidità delle imprese del settore delle costruzioni finalizzato all’attuazione degli interventi edili di eco e sisma bonus. Un fondo che potrebbe finanziare la liquidità necessaria per attivare, in una prima fase, tutte le attività progettuali e di valutazione della fattibilità degli interventi, ed in una seconda fase le anticipazioni finanziarie sugli stati di avanzamento dei lavori attraverso cui attivare i crediti fiscali previsti».
Nelle intenzioni del governo c’è la volontà di estendere il bonus fino al 2023. Ma anche verificare se c’è la possibilità di renderla una misura strutturale. Perché è così utile per il settore?
«Come accennavo già prima, i tempi di attuazione della misura non si conciliano con l’attuale scadenza prevista per il 31 dicembre 2021. Ciò in considerazione non soltanto della complessità degli interventi e delle procedure da attivare, ma anche alla luce del blocco che hanno subito lo svolgimento delle assemblee condominiali che sono l’organo deputato a deliberare in merito. Già il 2023 consente di poter disporre di un lasso di tempo adeguato per promuovere e realizzare gli interventi previsti. Rendere la misura strutturale, visto anche la “compatibilità green” con i progetti proponibili sul Recovery fund, sarebbe davvero di fondamentale importanza per il rilancio del settore nella nostra regione, quanto meno quello dei lavori privati. Come stimato dal nostro Centro Studi si potrebbero generare interventi di riqualificazione immobiliare sul patrimonio esistente con un’attivazione di investimenti, diretti ed indiretti, di circa 5 miliardi di euro».
Avete notato la necessità di introdurre qualche correttivo per renderla ancora più incisiva?
«Come sempre ogni norma è perfettibile. L’azione del nostro sistema associativo ha già portato ad alcuni miglioramenti della norma originaria. Infatti con la conversione in legge del “decreto di Agosto” sono state introdotte importanti e positive novità come quelle relative alle difformità edilizie, alle tolleranze costruttive e alle maggioranze assembleari per l’approvazione degli interventi. È naturale però che ulteriori semplificazioni soprattutto delle procedure, ancorché informatizzate, non possono che portare valore aggiunto alla misura».
Come imprenditori ritenete questa misura sufficiente per rilanciare il comparto calabrese?
«È sufficiente quanto importante limitatamente al settore dei lavori privati. È indubbio infatti che le attività manutentive, di riqualificazione del patrimonio immobiliare e di rigenerazione urbana, costituiscono un asse portante e significativo per le nostre imprese di costruzioni. Non è però omnicomprensivo delle attività e dell’articolazione del sistema produttivo edile nella nostra regione. Tutto il settore, fortemente specializzato, delle attività dei lavori pubblici non ne trarrebbe particolare slancio».
Quali altre iniziative dovrebbero essere messe in campo per sostenere il settore?
«Le iniziative ulteriori che dovrebbero essere strutturalmente messe in campo, dovrebbero riguardare il rilancio dei lavori e delle opere pubbliche, che oggi continua a soffrire fortemente nonostante continuiamo a sentire parlare di semplificazioni, accelerazione dei cantieri e quant’altro. Infrastrutture e collegamenti multimodali, edilizia scolastica, dissesto idrogeologico e sistema di depurazione sono ambiti, attivati i quali è possibile qualificare e potenziare non soltanto l’intero e variegato mondo delle costruzioni ma anche la vivibilità degli spazi urbani e non di tutti i cittadini calabresi». (r.desanto@corrierecal.it)
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