CATANZARO Il Tribunale Penale di Catanzaro, sezione misure di prevenzione (presidente Giuseppe Valea, Michele Cappai, Giuseppe De Salvatore a latere) ha revocato il sequestro disposto nei confronti di Vincenzino Iannazzo, capo cosca dell’omonimo clan, limitatamente ai conti correnti intestati al figlio e alla figlia. Il Riesame ritiene che le somme rinvenute sui conti siano di legittima provenienza, “derivanti dallo svolgimento di attività lavorativa con tracciamento della totalità delle operazioni salvo quelle relative a prelievi per importi irrisori”. Accolte le istanze, per conto dei due giovani, presentate dagli avvocati Salvatore Cerra e Renzo Andricciola.
Lo scorso 23 settembre la Guardia di finanza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha operato sequestro nei confronti di Iannazzo e suoi familiari che ha riguardato un’impresa di Lamezia Terme operante nel settore edile, il 50% di una società esercente la commercializzazione di prodotti caseari sempre della città lametina e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore a 200 mila euro. Per quanto riguarda le due società, l’udienza davanti al Tribunale penale di Catanzaro è prevista a gennaio.
Ieri Vincenzino Iannazzo è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritenuto il mandante, insieme a Domenico Cannizzaro, dell’omicidio di Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso avvenuto il 29 settembre 2000 nell’abito di una sanguinosa faida di mafia tra i Iannazzo-Cannizzaro-Daponte e l’allora cosca confederata Torcasio-Cerra-Giampà. L’indagato, già condannato a 14 anni nel procedimento antimafia Andromeda, non è stato tradotto in carcere perché ricoverato in ospedale a Viterbo. (ale.tru.)
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