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Effetto Covid-19, in Calabria 29mila posti di lavoro a rischio

Il rapporto “Osservitalia 2020” presentato da CERVED. Le società di capitale che nella nostra regione rischiano il fallimento a causa del Covid-19 sono 24mila mentre gli impatti negativi della pand…

Pubblicato il: 05/11/2020 – 9:46
Effetto Covid-19, in Calabria 29mila posti di lavoro a rischio

LAMEZIA TERME La seconda ondata di contagi da coronavirus e il lockdown imposto alla Calabria con l’ultimo Dpcm, potrebbero avere effetti considerevoli, e negativi, sul tessuto economico e imprenditoriale della nostra regione.
A metterlo nero su bianco è il rapporto “Osservitalia 2020” presentato da CERVED – come riporta OpenCalabria – ovvero uno studio sulla condizione economico-finanziaria delle Piccole e Medie Imprese (PMI) Italiane che cristallizza i rischi (elevati) della Calabria.
RISCHIO FALLIMENTO Le società di capitale che nella nostra regione rischiano il fallimento a causa del Covid-19 sono 24mila mentre la pandemia potrebbe causare una riduzione dell’organico di oltre 9 mila addetti. La proiezione sul totale tra società di capitale, imprese individuali e società di persone indica una riduzione di organico di circa 29 mila addetti (cioè il 9% rispetto agli occupati nel 2019 pari ad oltre 318 mila). Nell’ipotesi di uno scenario peggiore, le imprese calabresi potrebbero registrare una riduzione dell’organico di oltre 40 mila addetti (-12% rispetto agli addetti del 2019).
L’IMPATTO SUL MEZZOGIORNO A livello provinciale, l’impatto potenziale della pandemia sui tassi di occupazione potrebbe essere più ridotto in Calabria, Molise e Sicilia che, però partono già da tassi di occupazione molto bassi. A causa del Covid-19, il tasso di occupazione raggiungerebbe valori bassissimi in tutto il Mezzogiorno. In particolare, nella provincia di Crotone potrebbe essere pari al 27,7% (rispetto all’attuale 29,3%).
Le analisi indicano che il calo dell’occupazione riguarderà in modo più pronunciato le regioni del Sud e dell’Italia centrale. Il Mezzogiorno sconta una maggiore fragilità del tessuto produttivo, con un maggiore impatto di default aziendali e una specializzazione in filiere come quella turistica, che richiederà una quota più alta di licenziamenti per mantenere una scala sostenibile.
CRISI DI SETTORE Secondo il rapporto, infine, il coronavirus ha quasi azzerato la nascita di nuove imprese nel mese di aprile e la natalità di start-up è diminuita soprattutto nei settori maggiormente colpiti dalla crisi, mentre è aumentata nei settori funzionali alla filiera della sanità. Pur in presenza di generalizzati effetti negativi, CERVED indica che «la maggior parte delle PMI chiuderà il 2020 almeno in pareggio. Tuttavia, gli impatti negativi della pandemia sono concentrati nei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria, tra cui la ristorazione, la moda e il turismo».

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