CATANZARO Un “conclave”. Nelle ore di massima tensione per il doppio “colpo” arrivato da Roma – la Calabria “zona rossa” per il Covid e la proroga persino “rafforzata” del commissariamento della sanità – la maggioranza di centrodestra alla Regione si raccoglie nella trincea della Cittadella per definire una linea e concretizzare una strategia in modo d a poter uscire da quello che appare anche come un accerchiamento. Un lungo vertice promosso dal presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini, uno dei leader di Forza Italia, che già ieri aveva tracciato una “road map”, una barriera di resistenza contro l’attacco romano. Al tavolo – riferiscono fonti accreditate – praticamente tutti i consiglieri regionali della maggioranza più alcuni assessori, quelli “politicizzati”. C’è da mettere a punto il percorso del futuro ma c’è anche da fare una valutazione sugli ultimi giorni, e così – a quanto si è appreso – sulla “graticola” del centrodestra calabrese sarebbe finito il presidente facente funzioni della Giunta, il legista Nino Spirlì, che non avrebbe partecipato alla riunione ma che sarebbe stato più volte evocato, e in termini piuttosto critici. Indiscrezioni riferiscono di un crescente malumore dei consiglieri regionali rispetto al mondo in cui Spirlì avrebbe gestito questa fase delicatissima e anche la trattativa con il governo nazionale: al presidente facente funzioni della Giunta sarebbe stato rimproverato di aver operato senza alcuna collegialità, tenendo di fatto i consiglieri regionali alla larga e quasi all’oscuro su quello che stava accadendo, e cioè il lento e inesorabile declinare della Calabria tra le regioni “canaglia” nella lotta al Covid, ulteriormente “schiaffeggiata” poi con il “nuovo” Decreto Calabria, ancora più pesante del già vituperato “vecchio” provvedimento. Contro Spirlì – filtra da fonti del centrodestra – il malessere si starebbe facendo via via dilagante: nemmeno la “sua” Lega lo starebbe difendendo a spada tratta… In più, al presidente facente funzioni e al resto della Giunta i consiglieri avrebbero rimproverato anche i dubbi e i tentennamenti nella nomina dei vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere che – a detta di molti – sarebbe stato un segnale forte contro il governo nazionale. E invece adesso la realtà è un commissariamento “senza fine” della sanità e il “lockdown” da stanotte fino a oltre metà novembre (se tutto va bene…). Una realtà che comunque richiede una pronta reazione, e allora il vertice odierno – a quanto risulta – sarebbe servito anche per delineare una risposta quanto più concreta alle decisioni del governo nazionale: quindi, impugnazione dell’ordinanza sulla “zona rossa” e tutte le necessarie iniziative contro il “Decreto Calabria”, a partire dalla convocazione di un Consiglio regionale “straordinario e urgente” anti “zona rossa” e dalla richiesta di un incontro al presidente della Repubblica Mattarella, ritenuto dal centrodestra l’unico interlocutore possibile considerando il muro “invalicabile” eretto dal governo. Contro il quale la maggioranza regionale sembra intenzionata a mettere in campo tutto quello che si può, anche per fugare la vera preoccupazione che alberga nel centrodestra: che tutta questa situazione, in particolare la “zona rossa, sia la premessa del rinvio delle elezioni regionali, rinvio che è poi l’obiettivo – nemmeno tanto recondito – del centrosinistra. La linea del centrodestra invece in direzione completamente opposta, e lo si sarebbe ribadito anche nell’incontro di oggi in Cittadella: rispetto delle norme, dei tempi e delle procedure vigenti e voto a gennaio. (a.c.)
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