ROMA Terapie intensive sempre più in affanno. All’11 ottobre 2020, nonostante ulteriori incrementi di posti letto, 12 Regioni e Province autonome hanno esaurito la capacità di posti letto di terapia intensiva aggiuntivi e stanno, seppur con percentuali diverse, attingendo alla capacità strutturale. È quanto è emerso dalla 28ma puntata dell’Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-Cov-2 a livello nazionale.
Ad utilizzare la capacità strutturale di posti letto di terapia intensiva, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti no-Covid-19, sono: Lombardia, Umbria, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Provincia autonoma di Bolzano, Molise, Sardegna, della provincia autonoma di Trento e Puglia. In particolare, la Lombardia sta utilizzando il 34,61% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, l’Umbria il 30%, il Piemonte il 27,52%, la Liguria il 25,33%, l’Emilia-Romagna il 24,28%, la Toscana il 21,80%, le Marche il 21,74%, la Provincia di Bolzano il 13,51%, il Molise il 13,33%, la Sardegna l’11,94%, la Provincia di Trento il 7,89% e la Puglia il 4,61%.
Per quanto riguarda la Calabria, invece, non è stata calcolata la saturazione dei posti aggiuntivi “poiché non ne risultano di attivati” rispetto alla ricognizione effettuata dal Decreto 34.
Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva, infine, l’Abruzzo (98,08%), la Valle d’Aosta (85%) e il Friuli-Venezia Giulia (83,64%). Viaggiano, invece, su una occupazione di circa 2/3 della capacità aggiuntiva la Campania (70,98%), la Sicilia (65,37%) e il Lazio (64,07%). Infine, appare ancora lontano dalla saturazione della capacità aggiuntiva il Veneto, che all’11 novembre ha saturato appena il 41,11% della capacità aggiuntiva.
x
x