Egregio Ministro,
stamattina ho scritto al Commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, che riporto di seguito:
«lo scrivente Francesco dott. Falcone in data 21/10/2020 ha effettuato tampone presso gli uffici in cui presta attività lavorativa a Cosenza sulla base di uno screening a tutto il personale dipendente.
Nella mattinata del 27/10/2020 mi è stata comunicata la positività al Covid-19 nonostante non avessi e non abbia a tutt’oggi alcun sintomo correlabile al virus (febbre, perdita sapore e odori, ecc.) mi sono posto in isolamento familiare presso la propria abitazione.
Nella stessa giornata fornivo i contatti diretti avuti sia in ambito familiare che lavorativo comunicandone i nominativi alla mail del servizio USCA.
Solo dopo varie insistenze ripetevo il tampone al drive in di via degli Stadi a Cosenza in data 06/11/2020. Solo oggi – dopo ben 10 giorni – ho esito tampone negativo.
Dal 27/10/2020 sono stato in isolamento a casa ed in una stanza lontano dalla mia famiglia (mia moglie e due bambini, anche loro in quarantena dal 27/10/2020 e che hanno fatto un primo tampone in data 28/10/2020 e sono risultati negativo, lo hanno ripetuto in data 11/11/2020 e ancora attendiamo esito) con notevoli problemi di carattere psicologico per la lontananza dagli affetti familiari, problemi dovuti all’isolamento sociale con riflessi anche di carattere pratico determinati dalla difficoltà di rifornirsi di alimenti, farmaci e altri aspetti sociali che hanno privato ed impedito a mio figlio ed a mia figlia di andare a scuola fino ai provvedimenti di cui ai DPCM ed alle ordinanze sindacali e regionali con grave nocumento alla crescita formativa e culturale dei miei figli ed i disagi lavorativi occorsi a mia moglie.
Capisco l’emergenza, le difficoltà, la recrudescenza e l’aumento esponenziale dei casi e per queste ragioni sono solidale con i medici ed il personale paramedico ma ora il tempo della ragionevole comprensione è andato ben oltre ogni limite in quanto sono privato delle mie libertà costituzionalmente garantite.
Esprimo tutto il mio apprezzamento alla professionalità del personale medico e paramedico che va anche oltre il loro dovere, tutta la comprensione e solidarietà ma al contempo devo esprimere tutta la mia rabbia per la mancata ed irresponsabile organizzazione di questa fase che è da addebitare interamente e totalmente alla struttura dell’Asp ed alla gestione commissariale. Negligenze e carenze che si ripercuotono su cittadini che rispettano regole, che si assumono interamente i loro doveri ma che hanno anche diritti civili come quello alla salute ed alla libertà che a nessuno è consentito privarne.
Pertanto, Vi diffido a voler adoperarVi per quanto di competenza per la corretta gestione dell’emergenza e dare risposte in tempi contenuti e ragionevoli.
Mi riservo di adire le vie legali per tutelare il mio diritto alla salute ed il mio diritto alla libertà di cui sono stato privato».
Il mio, caro Ministro, vuole essere non uno sfogo ma l’indignazione di un cittadino che vuole un destino diverso e migliore per i propri figli e per la Calabria. A nessuno è consentito giocare con la vita degli altri e con i diritti basilari e fondamentali del vivere civile di una democrazia forte e moderna come l’Italia e la Calabria.
Sulla sanità in Calabria si è troppo giocato, dalla politica regionale ai commissari che si sono succeduti. Dalla mia terra, al di là delle valutazioni politiche, dalle strumentalizzazioni delle manifestazioni di protesta in atto io Vi prego di considerarne solo gli aspetti positivi che essi rappresentano: un’indignazione che è scattata per reclamare un diritto, per far emergere il diritto alla sanità pubblica come “bene comune” e non per altro.
Non considerate e non sottovalutateLe le scelte che farete anche su uomini e professionisti per uscire subito dall’emergenza e gestire ora la pandemia con scelte ponderate e immediate. Penso alle terapie intensive, la distribuzione del vaccino secondo le priorità che il CTS individuerà che devono viaggiare parallelamente alle altre specializzazioni mediche di cui la popolazione necessita. Occorre migliorare la sanità di prossimità nelle aree interne, la telemedicina e la medicina di base.
Deve essere privilegiata la sanità pubblica e quella privata, garantendo la libertà di mercato e la concorrenza certamente ma essa non deve essere messa sullo stesso piano: diritto alla salute per tutti. La sanità pubblica deve essere competitiva e di qualità, efficiente ed efficace.
Ognuno di noi deve rendere conto di ciò che fa, ci sono diritti ma c’è anche un’etica del dovere.
*Già presidente di Legambiente
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