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Rifiuti, bocciato (ancora) il progetto per la discarica di Scandale

A fare desistere la Regione sarebbe stata un’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro

Pubblicato il: 29/03/2021 – 17:18
di Gaetano Megna
Rifiuti, bocciato (ancora) il progetto per la discarica di Scandale

CROTONE Si chiude, per la seconda volta, il sipario sul progetto di realizzare una discarica in località Marinella nel Comune di Scandale. La Regione Calabria, con una nota del 26 marzo scorso, «ha annunciato l’avvio del riesame, in autotutela dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale), relativa alla discarica per rifiuti speciali non pericolosi» da realizzare nel sito di Marinella. La società proponente, Ecolsystema srl ha ora 20 giorni di tempo per presentare le controdeduzioni. Scaduto questo termine il Dipartimento ambiente della Regione convocherà «un’apposita conferenza dei servizi, dando corso al procedimento di riesame in autotutela». Lo rende noto il sindaco di Scandale, Antonio Barberio, che da oltre dieci anni si sta battendo per non fare realizzare l’impianto dei rifiuti nel territorio del proprio Comune. Il progetto per la realizzazione di questa discarica ha maturato una lunga e intricata storia. La prima richiesta di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto era stata presentata nel lontano 2010. Si prevedeva la realizzazione di una discarica per lo smaltimento di amianto. Questo primo progetto, però, è stato accantonato per la lotta messa in campo da cittadini e associazioni ambientaliste. Nel primo capitolo della storia c’era stato anche una pronuncia del presidente della Repubblica, oltre ad una sentenza del Tar Calabria. Il capo dello Stato aveva bloccato il progetto annullando il decreto autorizzativo con il Dpr n.4582. Dopo l’annullamento del presidente della Repubblica è stato aperto un nuovo capitolo per realizzare il progetto. Il 3 maggio del 2019, con il decreto del Dipartimento ambiente e territorio, settore 4” si procedeva alla “modifica dei codici Cer (sequenze numeriche volte a identificare un rifiuto, ndr) in ingresso alla discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località Santa Marina del Comune di Scandale”. Contro questa autorizzazione il Comune di Scandale, nel 2019, ha presentato ulteriore ricorso al Tar Calabria con il quale aveva chiesto l’annullamento del decreto del 3 maggio 2019 sostenendo che il pronunciamento del capo dello Stato aveva annullato l’intera procedura per la realizzazione della discarica. Secondo il Comune la modifica dei codici Cer avrebbe richiesto una nuova impostazione e non un semplice cambio dei codici dei rifiuti. Il Tar non è ancora entrato nel merito, lo farà il prossimo 5 maggio. A fare desistere la Regione, per come si legge nel documento del 26 marzo scorso, è stata un’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro. Gli uomini della Procura di Catanzaro già lo scorso anno si sono recati presso il Comune di Scandale per acquisire la documentazione. La Procura ha chiesto anche al Dipartimento ambiente con la nota n. 159/5-2/2019 «notizie di carattere tecnico relativamente alle vasche (celle) e aree di sedime dell’intero impianto». «In ragione di quanto richiesto – si legge nel documento del Dipartimento – è stato eseguito un sopralluogo sulle aree in argomento, dal quale, per come risulta dal verbale delle operazioni peritali, è emerso che le particelle n. 145 e n.178 su cui ricadrebbe parte dei sedimi delle costruende vasche (celle), risultavano parzialmente interessate alla presenza di alberatura (per lo più eucalipti)… comunque non certificati in sede di rilascio dell’Aia». C’era un vincolo forestale e non era probabilmente emerso tra le carte presentate per ottenere l’Aia. Sulla base di questo vincolo parte la procedura in autotutela.

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