PALMI «Ho appreso con stupore e anche tanta rabbia delle dichiarazioni del’assessore Ultimo che annuncia, entro maggio, l’entrata in funzione della discarica di Melicuccà». Non ci sta il primo cittadino di Palmi, Giuseppe Ranuccio che nei giorni scorsi, insieme al consigliere metropolitano delegato al Turismo, e Giuseppe Zampogna un’interrogazione scritta proprio all’assessore all’ambiente e al presidente facente funzioni Nino Spirlì.
Comunicazione che parrebbe essere rimasta inevasa, stando alle dichiarazioni di questo 31 marzo dove Ranuccio dice di vedersi costretto a portare la questione all’attenzione del ministero dell’Ambiente e delle procure.
«Nonostante gli Enti competenti abbiano disposto nuove indagini, studi ed analisi per capire se sussistono eventuali interferenze tra la costituenda discarica e la sorgente che alimenta le acque che noi beviamo, la Regione continua ad andare avanti in maniera ostinata. Non è più tollerabile».
Alla base della protesta di Ranuccio vi sarebbe dunque un possibile conflitto tra l’impianto voluto dalla Regione e le sorgenti che approvvigionano la città (e che rischierebbero di essere contaminate). Un interrogativo demandato agli studi che hanno per adesso prodotto delle risposte che non tranquillizzano. «Atteso che le interlocuzioni politiche non bastano», dice allora Ranuccio, «e che neppure gli studi vengono presi in considerazione», si andrà per vie legali. «Tramite la nostra avvocatura presenteremo un ricordo al ministero dell’Ambiente per il tramite della prefettura per segnalare le gravi violazioni del codice dell’ambiente. Alla procura segnaleremo i gravi rischi legati a un possibile danno o disastro ambientale». L’obiettivo è quello di fermare l’entrata in funzione dell’impianto di Melicuccà. «È una battaglia a difesa dei nostri figli e del nostro futuro».
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