“E’ resuscitato, è lui, è veramente lui!”. Sappiamo, dai Vangeli, com’è andata quel giorno che il mondo cristiano celebra da duemila anni, ma il racconto di cosa è successo dall’alba al tramonto, nei vari passaggi di quella giornata, visto dal mondo dell’arte, della pittura più in particolare, lo conosciamo solo per gli episodi più noti, significativi. La maggior parte delle pubblicazioni ha sempre riunito, per farle conoscere, solo le opere dei punti culminanti della narrazione pittorica pasquale. Ha, se non trascurato, quanto meno poco privilegiato l’aspetto della scansione temporale di quel giorno.
C’è una sporadicità di pubblicazioni su questo tema della “giornata”, poiché tutta l’attenzione si è quasi sempre concentrata, dicevamo, sugli episodi culminanti, come la “Discesa di Cristo agli Inferi” o “L’Uscita del Risorto dal Sepolcro”, due eventi che, ovviamente, non ebbero testimoni. Ma c’è tutta una narrazione, un arco di giornata che comincia dalla scoperta della tomba vuota la mattina presto da parte delle donne e di Maria Maddalena che si erano recate al sepolcro con degli aromi per onorare il defunto e che si chiude con l’apparizione del Risorto, a tarda notte, agli undici Apostoli rinchiusi nel Cenacolo per paura delle autorità ebraiche, che è interessante conoscere. Come l’arte ha rievocato la lunga giornata, nei suoi passaggi cruciali, lo racconta adesso in un bellissimo libro François Boespflug, storico dell’arte e storico delle religioni francese che ha appena pubblicato l’edizione italiana di “Il giorno di Pasqua nell’arte” (edizioni Jaca Book, traduzione di Emanuela Figgiadini), in cui presenta una sessantina di opere che spiegano (illustrano) l’esperienza di tutti i personaggi che passarono dalla tristezza profonda per la morte di Cristo alla gioia dell’incontro dopo la Resurrezione.
Il libro non racconta la resurrezione con le immagini tradizionali, appunto, della discesa agli inferi o dell’uscita dalla tomba, ma con tutta la serie di eventi che riassumono la “lunga e movimentata giornata” della Pasqua. Da “Le sante donne al sepolcro” di William Adolphe Bouguereau del Royal Museum di Anversa al “Noli me tangere” del Correggio del museo del Prado di Madrid all’ “Ascensione di Cristo “ di Benvenuto di Tisi da Garofalo di Palazzo Barberini a Roma il “riassunto” di Boespflug è un sorprendente itinerario del giorno di Pasqua nell’arte che colma uno studio finora sporadico nella tradizione iconografica della lunga giornata di Cristo. Una giornata che fu decisamente lunga anche per i discepoli e che lo storico francese enfatizza nella sua ricerca e scelta delle opere da presentare. Tutte le opere selezionate come ad esempio “Tomba vuota” di Giotto l’affresco nella cappella degli Scrovegni a Padova o “Gesù che appare alle tre Marie” di Laurent de la Hyre del Louvre di Parigi e ancora “I due discepoli di Emmaus tra gli Undici” del mosaico di Monreale non sono altro che la fedele “riproduzione artistica” del racconto dei Vangeli che hanno in comune la “virtù della presenza” di attori che hanno assistito, come dice Boespflug, ad un dramma storico cosmico avvenuto duemila anni fa. Il racconto iconografico di “Il giorno di Pasqua nell’arte” ha uno scopo, almeno quello che si prefigge l’autore: dimostrare una delle qualità più significative dell’arte, documentando “l’abitabilità” di un dipinto, un disegno o un affresco, per consentire, a chi osserva, di immedesimarsi nei gesti e nelle espressioni dei rappresentati nell’opera “appropriandosi di ciò che si può immaginare dei loro sentimenti”.
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