CATANZARO La Corte d’Appello di Catanzaro – presidente Maria Rosaria Di Girolamo, Assunta Maiore e Pietro Scuteri a latere – ha emesso sentenza nei confronti degli imputati coinvolti nel procedimento denominato “Passo di salto” e istruito contro un’organizzazione accusata di di avere immesso nelle piazze di spaccio del Catanzarese cocaina, eroina, marijuana e hashish. Rispetto alla sentenza di primo grado è stata confermata solo la condanna del collaboratore di giustizia Santo Mirarchi (9 anni). Per il resto le pene sono state attenuate e i giudici hanno assolto due imputati condannati dal gup il 16 settembre 2019.
La Corte d’Appello ha condannato
Luigi Attinà, 7 anni, un mese, 6 giorni (9 anni di reclusione in primo grado);
Ignazio Catalano, 9 anni, 11 mesi e 24 giorni (16 anni in primo grado);
Fabio Di Marino, 7 anni (8 anni in primo grado);
Sebastiano Donnemma, 4 anni, 5 mesi 10 giorni (10 anni in primo grado);
Domenico Falcone, 9 anni, 2 mesi, 12 giorni (16 anni in primo grado);
Rosario Salvatore Fera, 7 anni, 6 mesi, 6 giorni (9 anni e 10 mesi in primo grado);
Anthony Fiorentino, assolto perché il fatto non sussiste (2 anni, 8 mesi e 11.556 euro di multa in primo grado);
Alex Frongia, 8 anni, un mese 3 giorni (15 anni e 1.400 euro di multa in primo grado);
Giuseppe Manuel Gesualdo, un anno, 8 mesi e 26 giorni (2 anni e 4.200 euro di multa in primo grado;
Alessandro Granato, 7 anni (8 anni in primo grado);
Laye Kane, 8 anni, 11 mesi e 14 giorni (13 anni in primo grado);
Santo Mirarchi, confermati 9 anni di reclusione;
Sebastiano Pelle, 8 anni, un mese, 10 giorni (10 anni in primo grado);
Francesco Pizzata, assolto per non aver commesso il fatto (9 anni in primo grado);
Vincenzo Procopio, 7 anni, un mese, 20 giorni (9 anni in primo grado);
Davide Voci, 4 anni, un mese, 22 giorni e 17.467 euro di multa (10 anni in primo grado).
Secondo l’accusa le fonti di approvvigionamento della droga sono state individuate nella provincia di Reggio Calabria, nell’area della Locride (Gioiosa Jonica), nonché nella valle del Bonamico (Bovalino, San Luca e Ardore), nella provincia di Crotone (anche area di Isola Capo Rizzuto), nella provincia di Catanzaro (area di Guardavalle). A Catanzaro si trovava, secondo l’accusa, la base logistica dell’associazione dove avveniva la custodia, la manipolazione e l’occultamento degli stupefacenti. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Antonio Lomonaco, Stefano Nimpo, Salvatore Staiano, Nicola Tavano, Alessandro Guerriero, Emanuele Papaleo, Giacomo Iaria.
(a.truzzolillo@corrierecal.it)
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