REGGIO CALABRIA Celebrata nell’Aula Bunker di Viale Calabria l’udienza del processo alla “cupola” reggina giunto agli sgoccioli della fase istruttoria. Nell’agenda del presidente Silvia Capone ci sono le voci dell’ex senatore Giuseppe Valentino e dell’ex eurodeputato e coordinatore regionale di An, Umberto Pirilli, indagati in procedimento connesso come recentemente rivelato dalla procura. Oltre a loro c’è anche Domenico Morabito, classe 75, anche lui indagato in procedimento connesso. Tutti chiamati a rispondere alle domande di difesa e accusa a fronte degli elementi portati in dibattimento dal collaboratore di giustizia ed ex assessore della giunta Scopelliti, Seby Vecchio.
Il dibattito odierno si apre con la verbalizzazione della sopraggiunta morte, lo scorso 20 aprile, di Saverio Genovese Zerbi, anche lui imputato.
Nessuna dichiarazione da parte del politico ed ex senatore Giuseppe Valentino e di Domenico Morabito, che si avvalgono della facoltà di non rispondere.
L’unico a sottoporsi alle domande è quindi Umberto Pirilli, «il vecchio Camerata», così come lo aveva definito il senatore Meduri nell’intervista rilasciata nel 2015, ma non pubblicata fino alla recente produzione da parte dei difensori di Paolo Romeo dopo le spontanee dichiarazioni rilasciate dall’avvocato ed ex parlamentare Psdi in ordine alla latitanza di Freda. Dalle parole di Meduri sarebbe emerso che proprio Pirilli avrebbe intermediato per Freda affinché, nel lontano 1979, venisse ospitato per una manciata di giorni a Reggio Calabria. L’esame odierno riguarda però fatti e soggetti legati al processo “Gotha”. «Ho appreso dalla stampa la notizia di essere indagato. Come cittadino ritengo anomalo questo fatto». Dice Pirilli rivolgendosi alla Corte. «Non ho mai avuto rapporti con mafia o altri soggetti. Ho avuto condanne solo per reati di opinione, non per altre implicazioni». Nella sua testimonianza, il pentito Vecchio aveva parlato di un incontro avvenuto lo scorso 2006 nella sede romana di Alleanza Nazionale che doveva servire per appianare i contrasti al fine di giungere alla ricandidatura del sindaco Giuseppe Scopelliti.
Al presunto incontro avrebbero partecipato, tra gli altri, Alberto Sarra, Giuseppe Valentino, l’allora leader di An, Gianfranco Fini. «Non ho partecipato a incontri nel 2006. Ho appreso di questo incontro dai giornali» dice Pirilli rispondendo all’esame dell’avvocato Giuseppe Raso, difensore di Alberto Sarra. «In tutta la mia vita politica – continua – e, per quello che ci riguarda, dal 2004 in poi, non ho mai partecipato a riunioni se non ad incontri politici col presidente Fini o a riunioni politiche allargate, di interesse nazionale. Non ho mai partecipato a una sola riunione che non abbia riguardato solo temi politici». Una linea ribadita anche durante il controesame del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo. Nel rispondere, il politico prende la strada larga raccontando diversi aneddoti del suo cursus honorum, dall’incontro del 1997 in cui Fini gli chiese di guidare il partito, al ruolo dei «proconsoli» di An fino alla volontà, intorno al 2000, di voler tornare a «dedicarmi allo studio». Circostanze che implicano l’impossibilità, spiega Pirilli all’accusa, di avere conoscenza del tipo di rapporti intercorrenti tra Sarra, Valentino e Fini dall’anno 2000 in poi. (f.d.)
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