CARIATI «La Calabria jonica continuerà purtroppo a non essere considerata e trattata parte dello stesso Stato italiano. L’appello rivolto dagli oltre 500 sindaci del Recovery Sud è, infatti, caduto nel vuoto. Ciò che è ancora più scandaloso è che, stando ai numeri, i rappresentanti del Mezzogiorno in Parlamento che avrebbero potuto esercitare il diritto costituzionale di assenza di vincoli di mandato, si sono invece allineati alle direttive di partito, scuderia e lobby, approvando ad occhi chiusi il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dal Governo». È quanto dichiara il sindaco Filomena Greco che esprimendo rammarico e delusione per quella che si è dimostrata essere una straordinaria occasione storica persa per riunificare finalmente il Paese, coglie l’occasione per informare che i sindaci delle rete Recovery Sud invieranno una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi per richiedere, tra le altre cose, che la gestione dei fondi venga assegnata direttamente ai comuni. «Il voto al PNRR – aggiunge il primo cittadino – rappresenta una sconfitta per tutta la classe politica nazionale e meridionale incapace di rappresentare i propri territori e di tutelare la dignità di intere regioni che rimarranno escluse dagli investimenti previsti dal Recovery Fund».
Nella relazione di presentazione del Piano di Resilienza, scrivono i sindaci a Draghi «si riscontrano forti discrepanze: da una parte si sottolineano le mancanze e le anomalie strutturali e ataviche del Meridione; dall’altra, si comunicano le risorse che concretamente il suo Governo ha messo a disposizione per i territori. Risorse che – sottolineano – riteniamo oggettivamente insufficienti a garantire il superamento di qualsivoglia ritardo. Diritto alla salute e diritto alla mobilità sono quelli meno garantiti in questo Pnrr. Tra le regioni del Nord e del Sud, la disparità si basa sulle dimensioni geografiche e demografiche, sulla dotazione di addetti e sul budget non adeguatamente distribuiti. In merito alla scarsa capacità di spesa del Sud – scrivono – la invitiamo a verificare questa affermazione. Potrà constatare che, con uomini e mezzi in meno, i nostri Comuni riescono a garantire gli stessi servizi di altri enti comunali del Nord. Ma prendiamo per vero quello che Lei dice e accettiamo la sfida: siamo pronti a misurarci su numeri, dati, condizioni e cronoprogrammi per l’attuazione del Piano che lei ha portato in Parlamento e per il quale ha ottenuto un consenso schiacciante. Al riguardo le richiediamo di elevare a 5000 il numero dei tecnici che potranno aiutare i Comuni a intercettare i finanziamenti: i 2800 già previsti sono un buon passo avanti, ma rischiano di non beneficiarne i piccoli Comuni, che sono proprio quelli che ne hanno più bisogno».
«I 500 sindaci, in rappresentanza dei rispettivi territori, chiedono che sia data loro la possibilità di sfatare quello che potrebbe rivelarsi un luogo comune e di essere messi alla prova. Ringraziamo – aggiunge Greco – i Deputati ed i Senatori che, contravvenendo anche agli ordini di scuderia, hanno comunque votato no al Pnrr tutelando il proprio territorio e, nello specifico, i senatori Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, De Bonis, Fattori, Giannuzzi, Granato, Lezzi, Magorno, Martelli, Ortis, Nugnes e Paragone; e i deputati Benedetti, Cabras, Colletti, Corda, Cunial, Forciniti, Fratoianni, Furgiuele, Giuliodori, Paxia, Raduzzi, Russo G., Sapia, Siragusa, Spessotto, Tateo, Termini, Trano e Vallascas».
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