LAMEZIA TERME Nel 2003/2004 viene messa una bomba al locale di un parrucchiere che si trova vicino alla stazione dei carabinieri di Vibo. Qualche giorno dopo Saverio Razione, boss di Zungri, avvicina Andrea Mantella «e mi chiede la cortesia di lasciarlo in pace perché era uno stretto parente di Pietro Giamborino (ex consigliere regionale imputato nel processo Rinascita, ndr)». Mantella, sentito nel corso del processo Rinascita-Scott dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo afferma che Razionale, in quella occasione, specificò che «qualsiasi cosa ci sarebbe servito nella pubblica amministrazione si sarebbe messo a disposizione e in seguito Giamborino si è messo a disposizione per sponsorizzare la ditta degli autocompattatori della spazzatura attraverso il dottor Pellegrino (la persona di cui si parla non è imputata e non risulta indagata, ndr).
Così noi ci fregavamo sia il titolo del noleggio e sia i soldi che dividevamo tra il mio gruppo e Pantaleone Mancuso alias “Scarpuni”». Mantella, in risposta alla domanda del pm, spiega che Pellegrino era «il patron dell’appalto della raccolta della spazzatura nel Vibonese – io mi riferisco in particolare a Vibo città – e viene abbordato grazie all’intervento di Pietro Giamborino. Noi avevamo tre camion… che già tre camion ti tirano fuori un botto di soldi». Della “sponsorizzazione” ricevuta da Giamborino, Mantella racconta di averne avuto contezza per avere parlato con Saverio Razionale «e poi Morelli (uno dei suoi sodali, ndr) e un’altra persona sono andati su invito di Giamborino nello studio della “Proserpina” (società partecipata, ndr) di Pellegrino perché Pellegrino e Giamborino avevano lo studio nello stesso condominio in piazza Morellli a Vibo Valentia».
«Devo specificare – dice Mantella – che in un periodo di ritardo di pagamenti io, per prendere più soldi e per sollecitare il pagamento da parte del dottor Pellegrino, che soggiornava all’Hotel 501, ho mandato Mommo Macrì e Antonio Pardea al 501 col compito di rompere con una pietra la macchina del figlio di Pellegrino. Pellegrino si prende di paura e una mattina si presenta addirittura nella mia azienda per capire il perché dell’intimidazione. Io, credendo che mi stesse registrando, in principio dissi di non saperne niente ma la cosa in seguito si aggiustò e l’affare continuò fino a quando Pellegrino non perse l’appalto». Pellegrino, inoltre, avrebbe dato a Mantella la possibilità di mandare i propri bovini in un mattatoio in Sicilia nel periodo in cui Pellegrino aveva l’appalto di pulizia dentro il Tribunale di Palermo. «Quando subii il sequestro dei beni – prosegue il collaboratore –, nell’occasione in cui ebbi la soffiata di un illustrissimo avvocato, io avevo 59/60 bovini nelle stalle. Di notte li caricai e sulla certificazione misi la destinazione di questo mattatoio». Mantella parla di un’amicizia sorta con Pellegrino, tanto da avere ricevuto da questi un cesto natalizio nel quale sotto la paglia c’era una mazzetta di soldi da circa 10mila euro.
Mantella sostiene di non essersi mai interessato direttamente nel procacciamento di voti per Pietro Giamborino «però io mi sono espresso tramite mio cugino Francesco Lo Bianco, suggerendo di raccogliere voti per Giamborino. Ricordo questo particolare, ma io non sono mai stato un procacciatore di voti». Mantella dice di non ricordare il periodo o di quali elezioni si trattasse ma ricorda che andò a Piscopio, nella sede in contrada Mesima, e parlò di sostenere Giamborino con Francesco Patania e con il cugino Francesco Lo Bianco dicendo: «Raccogliete un po’ di voti che ci potrebbe essere sempre utile». «So che mio cugino si è prodigato a raccogliere i voti però sinceramente la cosa non l’ho curata più di tanto. Mi ero mosso perché tramite amici, tra i quali Saverio Razionale, mi convinsi che era meglio che i voti andassero a questo signore così, pensai, una volta che è al potere possiamo fare leva attraverso la rete di amicizie visto che si parlava di questo Giamborino come uno di noi». Mantella ricorda un Giamborino «fanatico» che camminava con la macchina blu in giro per Vibo Valentia. «So per certo che con Razionale si frequentavano, cenavano insieme a Roma, ma non li ho mai visti insieme».
Una cosa Mantella dice di sapere per certo, ovvero che in favore di Giamborino «sono scese in campo tutte le forze armate della ‘ndrangheta». Per forze armate della ‘ndrangheta Mantella intende Razionale, i Piscopisani, Giovanni Giamborino, Pino Galati alias “il Ragioniere”.
«Anche i fratelli D’Amico della Dmt petroli lo hanno sponsorizzato», racconta Mantella riferendosi agli imprenditori tratti in arresto nella recente operazione Petrolmafie quali referenti delle cosche nell’affare dei carburanti. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
x
x