CATANZARO La (presunta) nuova guerra nel Pd e la prospettiva delle primarie. In Calabria il campo del centrosinistra è sempre magmatico, nelle ultime ore lo è ancora di più alla luce del nuovo fronte di fibrillazione che – si dice – si respira in casa dem, dopo che nello stesso giorno – ieri – e alla stessa ora si sono tenuti due webinar sotto la stessa bandiera ma con diversi protagonisti: un incontro sulla transizione ecologica con la responsabile nazionale tematica del partito, Chiara Braga, promosso dal commissario del Pd Stefano Graziano con la presenza del candidato governatore Nicola Irto, e l’assemblea provinciale del Pd di Catanzaro con la partecipazione del vicesegretario del Nazareno ed ex ministro Giuseppe Provenzano, ma senza Graziano e senza Irto. In sintesi sarebbe la raffigurazione plastica dell’ennesima contrapposizione interna al Pd e di una sostanziale sconfessione della linea unitaria che ha portato alla scelta di Irto. Com’è nell’ordine del cose del Pd, però, la realtà è sempre molto più complessa di quello che appare.
C’è chi ritiene che Provenzano stia cercando di dare vita a una corrente con la quale scalare posizioni al Nazareno, e avrebbe partecipato all’assemblea provinciale del Pd catanzarese nell’ottica del reclutamento di quante più forze possibili e del recupero di figure relegate ai margini del partito dall’azione di rinnovamento del Pd calabro avviata dalla segreteria Zingaretti e ora Letta: un nome su tutti, l’ex governatore Mario Oliverio, al quale è legatissimo Michele Drosi, presidente del Pd provinciale di Catanzaro. Ma per altri questa operazione non configurerebbe alcun atto di belligeranza rispetto al percorso che da gennaio in poi è stato incardinato con la candidatura di Irto, sostenuta da Graziano ma anche dallo stato maggiore del partito regionale e “benedetta” da leader nazionali come Letta e Boccia. E fonti accreditate riferiscono che questa mattina, proprio per evitare equivoci, Provenzano avrebbe contattato lo stesso Irto con l’obiettivo di frenare retropensieri e sospetti su divisioni e spaccature insanabili.
Tutto questo bailamme conferma l’eterno film della perenne confusione in casa Pd, ma forse stavolta non tutto il male viene per nuocere. In queste ultime ore, infatti, fonti democrat sostengono insistentemente che Irto e Graziano, d’intesa con gli stessi Letta e Boccia, sarebbero pronti persino a lanciare le primarie se questo dovesse servire a sgomberare il campo una volta per tutta da mugugni e mal di pancia assortiti. Un approdo, quello delle primarie, ritenuto dagli analisti assolutamente plausibile, anche perché risponderebbe a varie esigenze: le primarie infatti potrebbero rafforzare ancora di più la candidatura di Irto (che ovviamente sarebbe favorito), inoltre potrebbero agevolare la costruzione di una coalizione davvero molto ampia assecondando così i desiderata di Letta, e potrebbero anche “stanare” Gigi de Magistris, al quale verrebbe addossata la responsabilità di dividere il campo della sinistra e del centrosinistra nel caso il sindaco di Napoli dicesse no alle consultazioni. Uno scenario inedito e per certi verso imprevisto, ma nel campo del centrosinistra le primarie potrebbero comunque servire a scardinare l’impasse che si registra su più fronti, come quello del dialogo con il Movimento 5 Stelle in vista delle Regionali in Calabria, dialogo al momento al palo a Roma per le vicissitudini che stanno angustiando i pentastellati in attesa che la leadership di Giuseppe Conte finalmente si consolidi. (a. c.)
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