FALERNA Cose che non si vedono (né, stando alle attuali disposizioni, si vedranno) neanche in zona bianca. Giovani assembrati in discoteca, balli (per adesso vietati) fino a sera, auto parcheggiate su entrambi i lati della statale 18. Succede sul litorale di Falerna, da un paio di settimane, da quando un nuovo locale ha inaugurato – con un po’ di anticipo – la stagione estiva raccogliendo la (comprensibile) voglia di evasione e di ritorno alla normalità dei propri clienti.
C’è un però: all’interno del locale nessuno si preoccupa di garantire il rispetto del distanziamento fisico, i controlli non esistono e vanno in scena serate che si potrebbero definire “no mask”, vista l’assenza di dispositivi di protezione documentata dal video giunto alla nostra redazione (nel quale abbiamo ovviamente reso irriconoscibili i volti) che si riferisce alla serata dello scorso 30 maggio. Non si tratta di vietare il divertimento, dopo un anno e più di pandemia, ma di garantire la sicurezza e, soprattutto, il rispetto delle regole. E se è vero che molti gestori di attività di ristorazione sono ligi alle disposizioni per il contenimento dell’epidemia di Covid, è altrettanto vero che qualcuno continua a preferire il profitto alle norme.
Così sui social e su canali di informazione come gruppi whatsapp e telegram arrivano inviti e locandine per promuovere «aperichic» (aperitivo è forse troppo poco “cool”) e serate con vocalist e dj giunti su auto sponsorizzate come usano le star. Il racconto delle serate sui social, però, si ferma alla presentazione. Pubblicare le foto degli eventi è altamente sconsigliabile, a meno che non si vogliano attirare attenzioni (e controlli) sgraditi.
La narrazione si ferma a prima del party, ma il cuore del problema sono le ore trascorse in un contesto che appare Covid free (libero dalle verifiche, senza dubbio), nel quale tutto scorre come se la pandemia non ci fosse mai stata. E pazienza per quegli esercenti che, invece, si preoccupano di far rispettare le regole a costo di rinunciare a qualche cliente. È vero che i dati sul Covid migliorano così come il ritmo della somministrazione dei vaccini. Sul senso civico c’è ancora molto da lavorare. Per alcuni, forse, è una battaglia persa.
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