COSENZA Nuova udienza al Tribunale di Cosenza del processo scaturito dall’inchiesta “Valle dell’Esaro” che mira a far luce sulla presunta associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Il pm, Alessandro Riello, ha sentito in qualità di testimone l’ispettore Palermo in servizio alla squadra mobile di Cosenza e impegnato insieme ad altri suoi colleghi nelle indagini. Prima di Palermo, era stato escusso – in una precedente udienza – l’operatore di polizia giudiziaria, Walter Gentile, che ha redatto l’informativa finale: oltre cinque ore di esame e controesame.
L’ispettore cosentino ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato alla costruzioe dell’indagine. Una serie infinita di intercettazioni ambientali e telefoniche, molte delle quali in dialetto che hanno costretto gli operanti originari del territorio di Roggiano Gravina a tradurre interamente il contenuto di pezzi importanti di captazioni. Le intercettazioni ambientali con l’utilizzo del gps ha rappresentato l’attività trainante delle investigazioni, soprattutto con riferimento alla figura di Roberto Presta. Sulla sua auto è stato installato il localizzatore per cristallizzarne gli spostamenti mentre le cimici hanno catturato le conversazioni avvenute all’interno o nei pressi della vettura. Roberto Presta sarà arrestato perché trovato a bordo della sua auto, in compagnia del fratello, con un chilo di cocaina.
Quella di Roberto Presta, vice del presunto gruppo criminale fondato da Franco Presta, è la figura chiave del processo. Ha scelto di collaborare con la giustizia diventando il primo pentito del sodalizio egemone ai piedi del Pollino e della zona jonica del Cosentino. Roberto, insieme a suo fratello Antonio, Francesco Ciliberti e Costantino Scorza, in base alle indagini condotte dalla squadra mobile di Cosenza, sarebbe stato al vertice dell’organizzazione ormai orfana di Franco Presta, recluso al regime di carcere duro. Sulla Valle dell’Esaro, fino ai confini dell’area urbana di Cosenza, avrebbe operato una capillare organizzazione criminale garantendo l’arrivo di ingenti quantità di droga oltre che alla commissione di reati comuni. E’ opportuno sottolineare però come ad oggi non esista, da un punto di vista processuale un clan Presta. E proprio per questo motivo, le possibili rivelazioni del collaboratore saranno preziosissime per gli inquirenti. (f.b.)
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