VIBO MARINA È una delle zone più martoriate da quell’abusivismo selvaggio che, negli anni, ha trasformato il paesaggio del quartiere Pennello a Vibo Marina, proprio a ridosso del mare. Abusivismo e illegalità che contrastano, però, con il nuovo percorso intrapreso fin dal suo arrivo dal procuratore di Vibo, Camillo Falvo, in prima linea nei lavori di demolizione degli edifici abusivi avviati insieme al Comune nel mese di maggio, quando le ruspe sono entrate nel quartiere Pennello e hanno iniziato a distruggere alcune delle opere più ingombranti, proprio come era accaduto a Grotticelle.
Progetti e propositi che, come spesso accade, si scontrano con la burocrazia e una macchina amministrativa tutt’altro che efficiente. Proprio come è accaduto con il “Chiosco Azzurro”, edificio scampato alla furia delle ruspe solo per l’opposizione fisica del proprietario che ha chiesto e ottenuto al TAR la sospensiva della demolizione. A pesare sulla decisione, infatti, è stato il ritardo con il quale l’ordinanza di demolizione è stata notificata allo stesso titolare: emessa a novembre 2020 ma notificata solo dopo numerosi solleciti il 18 maggio 2021, ben sei mesi dopo. Un ritardo eccessivo e che rischia di bloccare tutto ancora per molti mesi. Perché se è vero che la legalità deve passare dal rispetto degli atti, è altrettanto vero che per far ripartire il territorio Vibonese è necessario liberarlo dagli ostacoli ingombranti del passato.
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