LAMEZIA TERME «L’astensionismo non è un problema solo calabrese, ma riguarda l’intero sistema politico. Basta guardare a città come Milano o Torino che hanno registrato il dato più basso dal Dopoguerra. Bisogna capire che la regione è come una comunità tanto di chi va a votare quanto di chi non va e subisce le conseguenze di questa scelta. Mi sembra paradossale che chi è insoddisfatto non vada a votare». Così il deputato del Partito Democratico Antonio Viscomi intervenuto negli studi de L’altro Corriere Tv. Oltre all’astensionismo, Viscomi ha commentato anche il momento politico riflesso nella scelta dei calabresi: «La partecipazione al voto e la distribuzione sono sempre le stesse. Il movimentismo e il civismo stanno dimostrando che non servono ad attirare le persone alle urne». In questo, Viscomi inserisce anche le forze “populiste” che non hanno più la presa di prima. Dato che traspare «dall’apprezzamento generale per il presidente Draghi».
Il deputato non commenta la dichiarazione di Enza Bruno Bossio sulla mancata candidatura di Nicola Irto: «Sala ha dimostrato che una buona amministrazione diventa un esempio di buona politica. Non puoi avere una buona politica se non hai una buona amministrazione».
Il discorso si trascina poi sul commissariamento della Sanità messo in cima alla lista delle priorità dal neo-governatore Occhiuto. Viscomi ricorda l’impegno, anche del Partito Democratico, nel cercare di bloccare già al tempo il “Decreto Calabria 2”: «Io penso che il commissariamento sia sbagliato concettualmente. Lo dice anche la Consulta nell’ultima sentenza che chiede allo Stato di intervenire, ma facendosi carico del problema». Occhiuto a più riprese ha sostenuto che il nuovo commissario – se di commissariamento dovrà continuare a parlarsi – dovrà essere il governatore. Cosa che secondo Viscomi non era possibile nella fase precedente: «Il facente funzione non era legittimato dal voto popolare. Mi metto nei panni del governo nell’affidargli questo compito, al di là della capacità o meno di Spirlì».
Sullo stato di salute del Pd regionale, anch’esso commissariato, il deputato sottolinea che il momento successivo rispetto a quello elettorale sarà quello del congresso dove sarà necessario confrontarsi su «idee, visioni, modelli» quindi sulla «visione che vogliamo proporre ai cittadini per tornare al 60%». In questo senso il Pd non può essere «solo il partito dei diritti civili» ma deve tornare ad occuparsi anche di altri temi importanti e proiettarsi verso il futuro: «Abbiamo il dovere di guardare avanti perché il passato non si replica».
Su Oliverio: «Non ho capito questa cosa di Oliverio. Ci si siede al tavolo e si ragiona. Irto disse che avrebbe fatto un passo indietro a condizione che tutti facessero un passo indietro. In una comunità democratica bisogna ascoltare tutti».
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