COSENZA «È stupefacente che nessun livello istituzionale si sia finora preoccupato di intervenire per garantire un adeguato e costante servizio di smaltimento dei rifiuti della città di Cosenza e di tutti i comuni, compresi nello stesso ambito territoriale provinciale, che sono stati assegnati per il conferimento alla discarica di San Giovanni in fiore. È grave che da più mesi i nostri rifiuti debbano essere trasportati e smaltiti in Svezia. Tutto ciò comporta un aumento stratosferico del costo di smaltimento che da 170 è, così, passato a ben 295 euro a tonnellata». Lo dice Damiano Covelli, consigliere comunale rieletto del Pd a Cosenza. «Ovviamente – continua la nota – a farne le spese prima di ogni altro sono i contribuenti. Questo salasso sarà scaricato tutto sulle spalle delle famiglie e delle imprese. Ma non è neanche da sottovalutare il fatto che tutti i comuni interessati, andando avanti di questo passo, saranno costretti a dichiarare il dissesto finanziario. Per il Comune di Cosenza, essendo stato già dichiarato lo stato di dissesto, invece, la situazione si rende ancora più drammatica perché è destinato a saltare il piano di riequilibrio finanziario che dovrebbe consentire la fuoriuscita dal dissesto stesso».
«Altro che proclamazione ed insediamento – continua la nota –: di fronte al fatto che non è stato ancora approvato il bilancio consuntivo del precedente esercizio e il bilancio preventivo dell’anno in corso, con l’aggravante di un costo aggiuntivo così elevato e non previsto, oltretutto generato dalla inerzia di altri livelli istituzionali, farebbe bene Franz Caruso a consegnare le chiavi del comune nelle mani del Prefetto o del Ministro degli interni».
«Tutto ciò – Covelli torna alla questione rifiuti – è dovuto al fatto che è da mesi chiusa la discarica di San Giovanni in Fiore (foto sopra). Nonostante sia disponibile, da oltre un anno, un finanziamento di due milioni di euro finalizzato a garantire una ulteriore capacità di abbanco per i prossimi cinque anni, non si è provveduto ad indire la procedura di evidenza pubblica per l’aggiudicazione dei lavori di ampliamento. Pare che questa paralisi sia stata determinata da intralci e ostacoli burocratico-amministrativi nel rapporto tra il Consorzio Valle Crati che gestisce la discarica e l’Amministrazione regionale. Ora, intanto, non bisogna perdere altro tempo. Assumere subito ogni iniziativa utile ad attuare il compimento del procedimento amministrativo necessario ad interrompere il conferimento all’estero e alla immediata attivazione della discarica. Oltretutto, stante così le cose, non vi è alcun dubbio che si è in presenza di un vero e proprio danno erariale, di cui vanno accertate le responsabilità ma che sarebbe ancora più doloso se questa emergenza dovesse protrarsi ulteriormente».
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