CROTONE Si complica il futuro amministrativo del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.Tre consiglieri comunali di maggioranza di Crotone annunciano che non voteranno Voce, che si è candidato a presidente della Provincia pitagorica. Si tratta di Anna Maria Cantafora, Vincenzo Familiari e Salvo Riga. I tre non condividono il fatto che Voce abbia deciso di candidarsi, alle elezioni previste per il prossimo 18 dicembre, “con una coalizione partitica con la quale da tempo amoreggiava”, cioè con il Pd e il resto del centrosinistra. Voce paga lo scotto di avere candidato al consiglio comunale soggetti espressione di diverse tendenze politiche. Questo è anche il civismo. Nel momento in cui il sindaco ha deciso di fare l’accordo politico con il centrosinistra, i consiglieri che appartengono idealmente al centrodestra hanno deciso di prendere le distanze pubblicamente dalla sua scelta diffondendo una nota stampa. “La decisione assunta, per come è maturata,- scrivono i tre – ci lascia perplessi e contrariati, sia per le modalità che per la sostanza”. Continuando, aggiungono: “Non solo perché una simile scelta andava condivisa e votata dall’intera maggioranza che sostiene l’amministrazione, ma anche perché in contrasto con quanto il primo cittadino di Crotone ha sempre dichiarato di voler fare, vale a dire una coalizione civica di ampio respiro in grado di coinvolgere tutti coloro i quali si riconoscono in un progetto politico-amministrativo slegato da “vecchie logiche di partito”: un’alleanza per il territorio che partisse dalla città capoluogo di provincia”. Nella nota i tre evidenziano che “tale scenario rischia di snaturare il progetto politico con il quale ci siamo presentati alla città di Crotone un anno fa” e “non possiamo che prendere le distanze da questo percorso, che mette in pericolo la genuinità di un progetto politico che ha avuto la sua forza propulsiva grazie alla partecipazione attiva di semplici cittadini che altro non vogliono che il bene della città di Crotone”. La scelta di Voce di allearsi con le forze del centrosinistra, quindi, potrebbe avere delle ripercussioni anche al Comune, dove già sono emersi problemi di tenuta della maggioranza. Con tre consiglieri in meno il prosieguo amministrativo di Voce si complica ulteriormente e si rischia lo scioglimento anticipato. Il primo scoglio da superare sarà l’approvazione del bilancio di previsione posto all’ordine del giorno della seduta del consiglio comunale convocata per il prossimo 19 novembre. Se c’è la volontà di fare mancare la maggioranza al sindaco la seduta del Consiglio del prossimo 19 novembre rappresenta una grande opportunità per i consiglieri che, eventualmente, non intendono più stare nell’attuale maggioranza e pensano ad elezioni anticipate. L’area che tira non è salutare per il futuro di Voce. Intanto nel centrodestra si continua a lavorare per una coalizione che mantiene fuori dagli accordi l’Udc di Enzo Sculco. Secondo quanto viene riferito da esponenti del centrodestra a non volere Sculco nella coalizione sarebbe stato anche il candidato a presidente, Sergio Ferrari, sindaco di Cirò Marina. Insieme a lui, comunque, ci sarebbero anche altri sindaci del territorio a non volere l’accordo.
Anche la consigliera comunale Giada Vrenna abbandona la maggioranza. La sua posizione non è molto chiara, ma leggendo la nota diffusa oggi questo si capisce. Qualche ora prima di Vrenna c’era stata la dichiarazione di altri tre consiglieri di (Anna Maria Cantafora, Vincenzo Familiari e Salvo Riga) che avevano scritto in maniera chiara e netta di volere prendere le distanze dal sindaco Voce. Se l’interpretazione delle cose scritte da Vrenna è corretta, a questo punto, il sindaco Voce, in un sol giorno, ha perso quattro rappresentanti della sua maggioranza, che si aggiungono a Fabrizio Meo e Carmen Giancotti che già da tempo votano con l’opposizione.
Rispetto alla maggioranza uscita dalle urne, con gli ultimi abbandoni, Voce ha sei consiglieri in meno. La sua maggioranza, quindi, si riduce a 15, due in meno di quella necessaria per approvare in consiglio comunale i punti all’ordine del giorno in prima convocazione. Ci sarebbero, quindi, i numeri per sciogliere il Consiglio e indire nuove elezioni, se tutti gli attuali rappresentanti dell’opposizione dovessero decidere di firmare un documento di sfiducia nei confronti di Voce. Se la sentiranno di mandare a casa il sindaco e rischiare di non essere rieletti? Questa è la questione da capire. In ogni caso con sei consiglieri in meno la maggioranza sarà costretta a viaggiare continuamente sulle montagne russe. Il pericolo dello scioglimento anticipato, comunque, sarebbe sempre dietro l’angolo.
Questo putiferio è stato provocato dall’accordo che Voce ha fatto con il Pd per proporre la sua candidatura a presidente della Provincia di Crotone.
Nella nota diffusa da Vrenna, infatti, si legge: «Apprendo dalla stampa che il sindaco Voce si è auto-candidato alla presidenza della provincia» senza che sia stato fatto «nessun passaggio nella sua maggioranza, né tanto meno nessuna discussione, lo avrebbe deciso – scrive Vrenna – con pochi consiglieri ed il Pd, proprio quel partito che abbiamo sempre avversato». Anche Vrenna sottolinea che «Voce così facendo ha tradito la natura civica di un progetto che la città ha premiato”.
«Per quanto mi riguarda – scrive ancora – non è la prima volta che non mi trovo in linea con questa amministrazione». Alcune volte ha votato contro altre a favore. «Che faro d’ora in avanti? Ci saranno voti a favore o saranno solo voti contro? Aspetto ancora che il sindaco riferisca le ragioni di un cambio di giunta che ha effettuato nella più totale solitudine, invece che coinvolgere nelle scelte i consiglieri della sua maggioranza». In questo ultimo passaggio Vrenna fa riferimento al cambio che c’è stato l’altro ieri in Giunta: si è dimesso Sandro Cretella e il suo posto è stato preso da Natale Filiberto. «Per quanto mi riguarda – conclude – non sosterrò questo progetto, che ancora una volta nasce nel chiuso delle stanze e non da un confronto democratico”». Il progetto dovrebbe essere quello che prevede l’elezione di Voce a presidente della Provincia.
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