REGGIO CALABRIA Cuore, coraggio, convergenze, «impegno assiduo e rigoroso» per affrontare le tante emergenze calabresi. Così il neo presidente del Consiglio regionale fa il suo esordio subito dopo essere stato eletto alla carica di guida dell’assemblea legislativa calabrese: votazione immediata, al primo scrutinio, con i voti della maggioranza qualificata, un importante segnale dopo il precedente del 2020 quando furono necessarie tre votazioni. Sanità, infrastrutture, lotta alla criminalità, contratto alla violenza di genere, l’immediata attivazione dei fondi del Pnrr che «sono l’appuntamento della vita» per la Calabria, ruolo dei Comuni, ambiente, questi alcuni dei temi affrontati da Mancuso nel suo discorso di insediamento nel quale tuttavia non ha mancato di soffermarsi su alcuni temi d’attualità, come la vicenda Sacal, per la quale Mancuso ha chiesto che «intervengano subito le autorità di controllo». E poi i doverosi saluti, tra cui quello per il governatore Occhiuto, che con il dinamismo intellettuale e politico che lo contraddistingue ha da subito messo in atto un cambio di passo al quale tutti noi siamo chiamati» e l’omaggio alla governatrice Jole Santelli la cui presidenza – ha sostenuto Manmcuso – ha lasciato segni fecondi in Calabria».
Mancuso si cala nel ruolo ricorrendo alla tradizionale grammatica dei presidenti neo eletti. «Auspico – dice il neo presidente del Consiglio regionale – che sulle questioni importanti si possa convergere proficuamente. La Calabria oggi più che mai ci chiede cuore e coraggio, in me prevale la volontà di essere presidente di tutti, garante della dialettica democratica che dovrà svolgersi nel rispetto delle regole dello Statuto. Ciò nonostante avverto la responsabilità di assumere la presidenza in una congiuntura difficile per più versi: la pandemia ha cambiato non solo le nostre abitudini di vita ma anche i meccanismi fondamentali del modello di sviluppo economiche e sociale del paese. Una congiuntura difficile ma anche una sfida entusiasmante, perché la politica e le istituzioni che rappresentiamo hanno l’opportunità di impegnarsi a fondo per essere protagonisti del cambiamento, all’insegna – prosegue il presidente di Palazzo Campanella – del buon governo e dei principi della programmazione, della partecipazione e del rispetto dell’autonomia degli enti locali».
Mancuso quindi rivolge «un saluto affettuoso al presidente della Regione Occhiuto, che succede all’indimenticabile Jole Santelli, la prima presidente donna della Regione, che voglio oggi, con tutti voi, ricordare e la cui presidenza pur essendo stata breve ha lasciato in Calabria segni fecondi. L’onorevole Roberto Occhiuto, con il dinamismo intellettuale e politico che lo contraddistingue, ha da subito messo in atto il cambio di passo a cui tutti noi siamo chiamati, un cambio di passo che la Calabria e il nostro tempo esigono e che deve aiutarci a superare contrapposizioni politiche ingannevoli, veti incrociati frammentazioni territoriali che rischiammo di distrarci dalle sfide del nostro tempo e dall’obiettivo primario, che – ricorda il presidente del Consiglio regionale – è promuovere lo sviluppo e nuova occupazione, mettere a valore il patrimonio ambientale, storico, culturale, architettonico che fanno della Calabria una delle regioni più belle d’Europa». Per Mancuso «la nostra regione chiede di essere apprezzata e valorizzata dai calabresi e dalla politica con interventi mirati per garantire con risultati concreti e di qualità che garantisca ai giovani e ai tanti disoccupati una nuova prospettiva di vita e di lavoro. Pertanto, conclusa la campagna elettorale e a legislatura avviata, adesso occorre un impegno istituzionale assiduo e rigoroso per fronteggiare i troppi problemi dei calabresi. Tra l’altro abbiamo visto il modo di procedere del presidente della giunta consente, quando si hanno le idee chiare, di ottenere risaltati immaginabili fino a qualche tempo fa: mi riferisco – uno per tutti – alla conclusione del tormentone ultradecennale die commissari della sanità mandati dai tanti governi e che spesso hanno provato alla Calabria un immenso danno di immagine e di reputazione».
Per Mancuso la sanità è una priorità: «Oggi con il presidente della Regione a capo della struttura commissariale termina la conflittualità tra commissari e Regione. Noi tutti siamo chiamati a cooperare, perché la sfida di avere una sanità dignitosa sia affrontata e vinta e sia affermato il diritto alla salute dei cittadini, oggi sospeso e contrastato. L’azione della sanità dovrà senz’altro affrontare il problema del debito, con l’obiettivo di affrancare i calabresi da un peso ingiusto, ma dovrà occuparsi anche della realizzazione dei nuovi ospedali e di riprendere per esempio il processo di integrazione dell’ospedale Pugliese Ciaccio con il Policlinico Mater Domini di Catanzaro la cui cui realizzazione consentirà alla Calabria di avere un polo sanitario-universitario d’eccellenza».
«Un caro saluto» poi Mancuso lo rivolge «alle onorevoli colleghe presenti in aula – Bruni, Gentile, Straface, Fedele, De Francesco, Loizzo – e alla vicepresidente Princi e all’assessore Minasi». «La loro azione e la loro presenza in rappresentanza delle donne calabrese saranno determinanti non solo al governo della Regione ma anche nel dare priorità nelle politiche di genere ad azioni correte che mirino a cambiare norme sociali consolidate, disparità ddi trattamento, disoccupazione di genere e a sopprime alla mancata di strutture», aggiunge il presidente del Consiglio regionale che poi in tema di violenza sulle donne sollecita «un’attenzione non più emergenziale ma strutturale diretta a irrobustire i centri antiviolenza attraverso risorse adeguate. Sono dell’idea che occorre rimettere in attività l’Osservatorio sulla violenza di genere del Consiglio regionale, e mi preme sottolineare la necessità di una maggiore attenzione ai bambini, che sono il futuro della nostra terra, quindi è necessario uno stretto collegamento tra temi sociali e risorse economiche».
Un passaggio dell’intervento di Mancuso riguarda gli 80 miliardi che il Pnrr destina al Mezzogiorno: «Siamo dinanzi all’appuntamento della vita per la Calabria. Non dubito che la Regione sarà all’altezza del compito. Naturalmente, c’è bisogno di supporti tecnici per la progettazione e rendicontazione delle risorse senza cui si avrebbero difficoltà. Se le risorse del Pnrr, per più cause, dovessero essere appannaggio solo delle aree forti del Paese, lobby e cordate di potere tecnicamente attrezzate, non mettendo la Calabria e il Sud nelle condizioni di utilizzarle, l’Italia perderebbe l’occasione di realizzare la coesione sociale che insegue da 160 anni. Tutto ciò – spiega il presidente del Consiglio regionale – va scongiurato, perciò attiviamoci al massimo».
Mancuso quindi si sofferma sull’impegno assoluto che la politica e le istituzioni devono mettere in campo contro la ‘ndrangheta (anche se non la cita). «I Comuni – dice – sono gli avamposti della democrazia che vivono un’insopportabile condizione di solitudine, aggravata dalla presenza della criminalità organizzata, per il cui contrasto è necessario affiancare all’attività della magistratura e delle forze dell’ordine – a cui non finiremo mai di essere grati per l’impegno e gli importanti risultati che stanno conseguendo – una più ampia e forte reazione della società civile. La criminalità organizzata – osserva il presidente del Consiglio regionale – è un disvalore assoluto ed è uno dei principali ostacoli allo sviluppo: occorrono dunque investimenti cospicui per allagare e sostenere, in ogni luogo, la cultura della legalità, in particolare occorre far sentire e far toccare con mano ai calabresi che quest’aula ripudia ogni forma di arroganza mafiosa e ogni intrusione della criminalità».
Tanti, poi, i punti successivamente trattati da Mancuso. Che anzitutto palla di «normalità della Regione, che si consegue facendo funzionare bene e tempestivamente ogni suo organismo e articolazione». Pertanto auspica «che l’insediamento della Conferenza dei capigruppo e l’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni avvengano rapidamente», assicurando poi approfondimenti del Consiglio sulle grandi questioni del momento (fuga dei giovani, modernizzazione del regionalismo, Università, relazioni con i calabresi fuori dalla regione, attuazione della riforma del welfare con uno sguardo alle persone affette da demenza e alle loro famiglie). Mancuso poi segnala alcune criticità «su cui la Regione deve intervenire», come la crisi delle imprese piccole e medie, le lacune infrastrutturali che isolano la Calabria, il dissesto idrogeologico e le tante emergenze ambientali, la desolazione delle aree interne, il dramma dei giovani senza lavoro e le ragioni del mondo del precariato, avvertendo, però, che «la Calabria non può essere lasciata sola. Troppe mancanze e gravi sottovalutazioni ci sono state, nei decenni scorsi, verso i bisogni di una regione che vanta dallo Stato crediti enormi». Mancuso chiede quindi più attenzione per i porti («a cominciare dal Porto di Gioia Tauro») e alle sofferenze degli aeroporti, con un passaggio sulla vicenda Sacal: «Sulle strane procedure da parte dei privati, per avere la maggioranza delle quote, denunciate dal presidente Occhiuto, intervengano subito le autorità di controllo. Si apra – rileva il presidente del Consiglio regionale – una pagina nuova su queste tre infrastrutture fondamentali per la mobilità e per lo sviluppo». Infine, un saluto speciale coi Mancuso alla sua città di Catanzaro «le cui funzioni di capoluogo meritano di essere supportate da adeguate risorse», la richiesta di interventi «per l’area centrale della regione, trascurata dai tanti governi regionali che si sono succeduti». Un saluto anche alla città di Reggio, che ospita il Consiglio regionale: «Sosterrò la Conferenza interregionale Calabria-Sicilia per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto, perché l’alleanza organica tra le due Regioni è un incubatore di processi virtuosi». Anche i giornalisti tra i soggetti cui ha inviato un saluto nel giorno del suo insediamento, in particolare, a quelli «cui è impedito dalle intimidazioni mafiose l’esercizio della loro essenziale funzione di informare i cittadini. Il contributo, anche critico, della stampa che si occupa della politica regionale – conclude Mancuso – ci aiuterà a non deragliare. A rimediare ai possibili errori. A migliorarci, a spingerci a fare. E a fare bene».
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