La morte del sud è un ritornello che si canta da sempre, e da sempre opinionisti, cosiddetti, di grido, si esercitano nel gingle. Fra i noti, Bocca, Augias, da ultimo G.D.L.E il sud non sta bene, lo può diagnosticare chiunque, senza laurea, fama o nome da strillo. Il sud sta male, malissimo in alcuni casi, in qualche posto è morto davvero e manco un Cristo lo sbatterà fuori dalla tomba. Ma non è morto il sud, e non è tutto uguale il sud, se non per latitudine, ceto politico e dirigenziale.
La latitudine è un vantaggio, in senso climatico; gli altri due elementi una zavorra: ma nell’attualità, le facce delle élite non è che siano migliori o più belle a settentrione: fatevi un giro di volti in testa, basta un attimo. È che, nonostante la dirigenza, il nord usufruisce di decenni di investimenti, di una passata classe politica e dirigenziale che, buona o meno, ha lavorato a vantaggio del territorio. Il nord ha un tesoro alle spalle che lo spinge in avanti per automatismi.
Il sud ha dietro un disastro, una soma fatta di stupidità, parassitismo, arroganza, mafia, baronato. Il suo è medioevo a tratti profondo. Feudo con tanti e piccoli spazi liberati. La Campania non è la Puglia, la Puglia non è la Sicilia. Campania, Puglia e Sicilia non sono la Calabria. Perché è la Calabria a essere messa peggio, sul serio morente, anche se non completamente morta. Il sud non è un contesto uniforme: accanto ai disastri ci stanno i miracoli. E il nord non è tutto un miracolo.
Il meridione è fatto di fenomeni compositi, con eccellenze che riescono a nascere e a sopravvivere nonostante il contesto; a dimostrazione che la morte non c’è: si va dai primati artistici campani, a quelli turistici pugliesi, al mix di cultura, arte, turismo, agroalimentare, siculo. Non c’è un deserto di tombe scoperchiate. Si volesse davvero, l’andazzo si potrebbe correggere. È chiaro che il modello economico ha per base una scacchiera: si cresce a scapito di un’altra casella; si decresce a vantaggio altrui.
La crescita del sud ha infiniti concorrenti esterni, e un nutrito numero di nemici interni, di gente pagata dal sud ma che gioca per le squadre foreste. Il sud muore soprattutto per i tradimenti sudici, dall’alto a scendere. Muore il sud, quando porta in prima media ragazzi che ancora non sanno leggere. Perché saranno ragazzi che faranno le scelte sbagliate.
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