CATANZARO L’appuntamento (per molti, ma non per tutti) con la stabilizzazione è atteso prima di fine anno. Il costo per le casse della Regione sarà di 7,9 milioni di euro all’anno (nella foto sotto il quadro finanziario della legge). Con questa cifra sono circa 696 i precari che otterranno la stabilizzazione: quelli della legge 15 del 2008. Si tratta di 70 persone in servizio a Calabria Lavoro con contratti a tempo determinato, 52 che prestano attività a supporto di altri enti e 574 in forza ai Comuni nelle varie province della regione.
Proposta dai forzisti Michele Comito e Giovanni Arruzzolo assieme al consigliere regionale di Coraggio Italia Salvatore Cirillo, la proposta vuole intervenire per «garantire la finalità originaria della legge regionale 19 del 2019 (storicizzazione delle risorse del precariato storico)», cioè «ricondurre il precariato, nella sua interezza, entro un percorso di stabilizzazione che comprenda anche i lavoratori di cui alla legge regionale 15/2008 (…) accompagnando gli stessi lavoratori fino al collocamento in quiescenza». Altro obiettivo è quello di «riconoscere in particolare ai lavoratori contrattualizzati con Azienda Calabria Lavoro da più di 24 mesi a tempo determinato, il diritto della trasformazione del loro contratto a tempo indeterminato».
Si tratterebbe, qualora la legge venisse approvata, di un primo step verso la stabilizzazione di un vasto bacino di precari. Per ora resterebbero esclusi i circa 200 lavoratori della legge 12, che per anni hanno lavorato in Regione. A questo proposito, però, un dossier presentato da Cgil, Cisl e Uil è già su tavolo del governatore Roberto Occhiuto.
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