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Cosenza, sorveglianza speciale per tre attivisti. de Magistris: «Inaccettabile». Orrico: «Città scossa»

Per l’ex sindaco di Napoli è «Incomprensibile come siano stati equiparati a mafiosi». La pentastellata: «Dissenso e protesta sale della democrazia»

Pubblicato il: 17/12/2021 – 11:29
Cosenza, sorveglianza speciale per tre attivisti. de Magistris: «Inaccettabile». Orrico: «Città scossa»

COSENZA «In una regione costellata da delitti irrisolti, corruzione e massomafia, leggo con preoccupazione l’appello lanciato da giovani attiviste e attivisti, nelle ultime ore, per una serie di provvedimenti che li hanno colpiti. Parliamo di multe esose e regimi di sorveglianza speciale, per fatti ancora tutti da appurare, inflitti non a pericolosi pregiudicati, ma a semplici cittadini, colpevoli di aver sempre sbattuto il pugno sul tavolo difronte alle ingiustizie perpetrate in questa regione. Si tratta di giovani in prima linea per la tutela delle persone fragili, per il diritto alla salute, per la tutela dell’ambiente, da sempre schierati contro la criminalità organizzata e la massomafia». È quanto dichiara Luigi De Magistris, già candidato alla presidenza della Regione Calabria.
«Stefano Catanzariti, ad esempio, è un giovane che da anni, con il comitato Cosenza Piccola, denuncia le situazioni di degrado in cui verte il centro storico di Cosenza e in cui sono costretti a vivere i suoi abitanti. Di recente Stefano – prosegue De Magistris – ha organizzato una passeggiata nel cuore più nascosto e abbandonato all’incuria del centro storico della città di Telesio, nella speranza di accendere ancora una volta i riflettori sulle condizioni in cui vivono “gli ultimi”. Questa passeggiata di umanità è valsa, a lui e ai suoi compagni di viaggio Roberto Panza e Roberto Martino, non un riconoscimento per la sensibilità e l’umanità dimostrata, ma una multa di 1180 euro».
«Altra vicenda è il provvedimento di sorveglianza speciale che ha colpito Jessica Cosenza, studentessa e attivista delle Fem.in di Cosenza – spiega – che da anni denuncia la malasanità, le molestie subite nelle università, il malaffare, e Simone Guglielmelli, attivista del movimento Prendocasa, in prima linea per i diritti dei senza casa. Mi viene in mente, ad esempio, il noto boss di Cetraro, Franco Muto, colpito da provvedimento di sorveglianza speciale. E mi chiedo – conclude De Magistris – come sia possibile minare il futuro di questi ragazzi, che saranno segnati per sempre da provvedimenti così pesanti, che li equiparano a pericolosi ‘ndranghetisti e pregiudicati incalliti. Perché una mano così pesante nei confronti di cittadini colpevoli di umanità ed impegnati nella lotta per i diritti?»

Orrico: «Sorveglianza speciale per attivisti ha scosso un’intera città»

«La notizia dei provvedimenti di sorveglianza speciale indirizzati ai tre attivisti da sempre in prima linea per il sostegno degli ultimi ha scosso la città di Cosenza, soprattutto gli ambienti considerati più fragili abituati a vedere i loro volti nel momento del bisogno». Lo afferma in una nota la deputata del M5S Anna Laura Orrico, già sottosegretario ai Beni culturali.
«Mi unisco al coro di solidarietà – dice Orrico – che si sta levando in queste ore nei loro confronti: qualora, infatti, le disposizioni dovessero essere confermate causerebbero un grave pregiudizio per il futuro di studio e di lavoro, per i progetti di vita, per la libertà dei tre giovani attivisti. Pur rispettando il lavoro dell’Autorità giudiziaria non si può negare che la natura del provvedimento appaia particolarmente afflittiva nei riguardi di chi ha espresso sì dissenso e protesta, che poi è il sale della democrazia, ma lo ha fatto alla luce del sole, in difesa dei diritti di tutti, ed in particolar modo dando voce a chi non ne ha».
«La salvaguardia della salute – continua la deputata pentastellata – del lavoro, del diritto all’abitare, dell’ambiente e dei beni pubblici, delle emergenze sociali sono tutte battaglie affrontate da questi tre giovani, che interessano tutti i calabresi, e che non si possono derubricare ricorrendo alla semplice repressione perché dovrebbero invece rappresentare le priorità nell’agenda delle istituzioni spesso immobili. In una regione piagata dalla ‘ndrangheta – conclude Anna Laura Orrico-, dai labili confini delle zone grigie, dal malaffare e dalla corruzione sarebbe paradossale far passare il messaggio secondo cui la «pericolosità social» appartiene invece a quanti lottano per vedere riconosciuti i diritti negati dei calabresi».


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