COSENZA «Spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope». E’ l’accusa mossa nei confronti di alcuni indagati finiti nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza nei confronti di sette persone. L’obbligo di dimora è stato disposto per Francesco Porco gravato da «indizi di colpevolezza del reato di cessione di sostanze stupefacenti». Nel fascicolo d’inchiesta oltre ad una serie di episodi di prestiti ad usura (LEGGI QUI), compaiono anche cessioni di droga.
Marijuana e cocaina in piccole dosi, ma quanto basta per soddisfare le richieste degli assuntori cosentini. Francesco Porco, nei racconti delle persone chiamate a narrare i dettagli della vendita e dell’acquisto di droga, si mostra disponibile a cedere gli stupefacenti ma solo in cambio di adeguate e preziose garanzie. «Per i soldi che gli dovevo, mi diceva di volere un po’ di oro, più gliene potevo portare e meglio era», confessa un “cliente” che poi aggiunge alcuni particolari sulla restituzione del denaro. «Il debito accumulato era pari a 1.200 euro e avevo chiesto a mia madre dell’oro. Mi consegnò circa 25 grammi erano il frutto di donazione da parte dei suoi genitori». Alla fine, spetterà proprio alla madre dell’assuntore saldare il debito del figlio.
Gli uomini della Guardia di Finanza raccolgono altre confessioni finite nel fascicolo d’inchiesta. In una circostanza, una donna riferisce di aver ricevuto minacce per un debito non saldato del figlio. «Il signore mi riferiva che mio figlio doveva dare 1.500 euro perché aveva acquistato della droga nel corso del tempo. Mi riferiva con toni minacciosi, che se non avesse saldato il debito si sarebbe recato insieme ad altre persone dove lavorava». Anche in questo caso, la madre sarà costretta a cedere al figlio «due fedi in oro, orecchini in oro spaiati e bracciali in oro» come garanzia del debito. I soldi per Porco sono importanti e come emerge dalle carte dell’inchiesta, spesso si ritrova a telefonare ai debitori per sollecitare i pagamenti. «Ricevevo numerose telefonate e mi riferiva anche in toni minacciosi che non era lui che comandava su questi soldi e che dovevo pagare immediatamente altrimenti le persone di Cosenza vecchia si sarebbero presentate da mio figlio». Altra figura di rilievo negli episodi legati alla cessione di droga è Francesco Marchiotti, finito ai domiciliari. «Da circa un paio di anni è capitato di acquistare cocaina da Marchiotti, a volte 40 grammi pagandola 40 euro, altre volte 80 grammi pagandola sempre in contanti», confessa un assuntore. Circostanza confermata anche da un altro tossicodipendente che si sarebbe rivolto all’indagato per acquistare della droga. «Nel mese di agosto 2020 mi ha ceduto il solito “cinquantino” ovvero 50 grammi e gli ho corrisposto 50 euro».
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