REGGIO CALABRIA Il Consiglio regionale ha eletto gli uffici di presidenza delle sei Commissioni permanenti e della due commissioni speciali. Alla maggioranza di centrodestra sono andate sette presidenze, di queste 3 a Forza Italia e due rispettivamente a Fratelli d’Italia e Lega, una presidenza – la Vigilanza – è andata all’opposizione di centrosinistra Pd-M5S, nessuna presidenza invece per l’altra opposizione, quella rappresentata da De Magistris Presidente. Prima commissione Affari generali e istituzionali: presidente Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia), vicepresidente Ernesto Alecci (Pd), segretario Valeria Fedele (Forza Italia). Seconda Commissione Bilancio e Programmazione: presidente Antonio Montuoro (Fratelli d’Italia), vicepresidente Raffaele Mammoliti (Pd), segretario. Terza Commissione Sanità: presidente Michele Comito (Forza Italia), vicepresidente Amalia Bruni (Misto), segretario Simona Loizzo (Lega). Quarta Commissione Ambiente e Territorio: presidente Pietro Raso (Lega), vicepresidente Domenico Bevacqua (Pd), segretario Pasqualina Straface (Forza Italia). Quinta Commissione Riforme: presidente Giuseppe Mattiani (Forza Italia), vicepresidente Franco Iacucci, segretario Giacomo Crinò (Forza Azzurri). Sesta Commissione Agricoltura e Turismo: presidente Katya Gentile (Forza Italia), vicepresidente Davide Tavernise (Movimento 5 Stelle), segretario Giuseppe Graziano (Udc). Commissione Anti-‘ndrangheta: presidente Giuseppe Gelardi (Lega), vicepresidente Amalia Bruni (Misto), segretario Antonio Montuoro (Fratelli d’Italia). Commissione speciale di Vigilanza: presidente Francesco Afflitto (Movimento 5 Stelle), vicepresidente Antonio Lo Schiavo (De Magistris Presidente), segretario Pasqualina Straface (Forza Italia).
Rispettate dunque le previsioni della vigilia per come erano state anticipate dal Corriere della Calabria. La maggioranza di centrodestra ha chiuso la partita solo poche ore prima della seduta del Consiglio regionale per quanto riguarda i nomi da designare alle presidenze, ma aveva raggiunto l’intesa sulla distribuzione delle caselle già nei giorni scorsi. Fino a questa mattina c’erano comunque alcuni “nodi” da sbrogliare, in particolare quello legato alla presidenza della Commissione Anti-‘ndrangheta, in passato fonte di tensioni e di polemiche e in realtà non attrattiva per nessuna forza politica: alla fine però, grazie – riferiscono fonti accreditate – alla mediazione finale del leader della coalizione, Roberto Occhiuto, il centrodestra, confermando l’unità, il pragmatismo e anche la velocità che finora ne stanno caratterizzando il cammino, ha trovato la quadra con la definizione delle presidenze, scrivendo una pagina ben diversa rispetto a quella della passata legislatura, quando la partita venne definita tre mesi dopo le elezioni, al prezzo di profonde spaccature (si dovette creare una sesta commissione permanente per placare tutti gli appetiti) e di aspre polemiche legate a un’infelice prima designazione proprio all’Anti-‘ndrangheta. Ad approfondire la riflessione, l’impressione è che nel centrodestra possa dirsi davvero soddisfatta Fratelli d’Italia, che porta a casa due presidenze “pesanti” (la prima e la seconda), e non era scontato, ai meloniani infatti alla vigilia si assegnava l’Anti-‘ndrangheta, finita invece al leghista Giuseppe Gelardi, nel contesto di un’intesa che in effetti sembra si sia rilevata meno prodiga per la Lega ma che comunque vede un centordetsra sempre granitico e compatto. Ma tempo per riequilibrare non mancherà. Quanto a Forza Italia, obiettivo raggiunto con due postazioni di spessore come la terza, sanità, la cui presidenza è andata a Michele Comito, molto vicino al coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori, e la sesta, Agricoltura, assegnata a Katya Gentile, che perpetua la dinastia cosentina. La Gentile è una delle due donne indicate dal centrodestra a guidare una commissione del Consiglio regionale, un piccolo record anche questo: l’altra è la De Francesco di Fratelli d’Italia. Rispettate le previsioni della vigilia anche per quanto riguarda le opposizioni, che restano divise verticalmente. Alla fine il centrosinistra targato Pd-M5S a guida Amalia Bruni fa valere la legge dei numeri e piazza il pentastellato Afflitto alla presidenza della commissione di garanzia della Vigilanza: nessun accordo dunque con il Polo civico di De Magistris, che sicuramente non mancherà di contestare un’esclusione che ha già definito uno sgarbo istituzionale da parte della maggioranza e dell’altra opposizione. (c. a.)
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