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Corigliano Rossano, sicurezza (anticovid) nelle scuole: la protesta silenziosa degli studenti – VIDEO

Lettera alle istituzioni. «Non siamo tranquilli». Ma i presidi non ci stanno. Pistoia: «Fuori accade di tutto e noi ne paghiamo le conseguenze»

Pubblicato il: 13/01/2022 – 15:17
di Luca Latella
Corigliano Rossano, sicurezza (anticovid) nelle scuole: la protesta silenziosa degli studenti – VIDEO

CORIGLIANO ROSSANO Gli studenti degli istituti superiori di Corigliano Rossano da un paio di giorni stanno attuando lo sciopero silenzioso, astenendosi dalle lezioni. Troppo alta la soglia di preoccupazione del contagio.
Ieri sera i rappresentanti degli studenti degli istituti superiori della città si sono riuniti per intraprendere una linea comune. Dal summit è emersa la chiara volontà dei ragazzi: proseguire con lo sciopero – niente piazze per evitare problemi – e chiedere la dad. Dall’altra parte i presidi non ci stanno adducendo le loro motivazioni: «La scuola è il luogo più sicuro della nostra società».
Gli studenti sembrano non volerne sapere e si appellano al governo centrale, alla regione, all’amministrazione comunale, anche con una lettera inviata questa mattina.

Alfredo Morrone

«Gli studenti di Corigliano Rossano e della zona – spiega al Corriere della Calabria Alfredo Morrone, rappresentante del Liceo scientifico “Bruno” di Corigliano – da due giorni stanno manifestando silenziosamente, senza frequentare le lezioni in segno di protesta contro la scelta ostinata del Governo di farci rientrare a scuola senza alcuna sicurezza e garanzia. Il governo non si è attivato per la distribuzione delle mascherine ffp2, non migliora la situazioni delle classi “pollaio”, non ha dato chiare informazioni alle farmacia sulla gratuità dei tamponi, essenziali per la sicurezza. Abbiamo inviato una lettera ai dirigenti scolastici, al sindaco Stasi, al presidente della Regione».
L’obiettivo degli studenti, conclude Morrone, è il «ritorno in classe in tutta sicurezza. Se proseguiremo o meno la nostra forma di protesta, dipenderà dalle risposte che riceveremo. Domani (venerdì, ndr) è previsto uno sciopero a livello nazionale. Aspettiamo di capire cosa accadrà».

La lettera

Nella missiva i ragazzi chiedono l’attivazione della didattica a distanza «in considerazione della delicata situazione epidemiologica in atto».
«Gli studenti degli istituti di istruzione secondari della città di Corigliano Rossano rivolgono un accorato appello affinché, preso atto della singolare condizione causata dall’incremento vorticoso della curva epidemiologica, vengano accolte le richieste della comunità studentesca» riferiscono nella lettera. Quindi «l’attivazione della DaD, almeno finché non si ridimensiona il numero dei contagi», e chiedono anche «provvedimenti volti a migliorare il piano di rientro in presenza della comunità scolastica».
«Posto che il rientro in presenza è prerogativa e auspicio di noi studenti, che consideriamo la scuola un bene prezioso dove coltivare la nostra crescita personale e culturale – prosegue la missiva – riteniamo necessario interrompere le attività scolastiche ordinarie a causa del repentino aumento di contagi nella nostra realtà cittadina. Pur constatando e apprezzando gli sforzi del personale scolastico dei nostri istituti, abbiamo appurato che sono sufficienti a garantire la totale sicurezza nel proseguimento delle lezioni in presenza. Infatti, la principale incongruenza va rilevata nelle disposizioni ministeriali che, noncuranti dell’esposizione al rischio cui sono esposti gli studenti, prevedono l’obbligo di presenza anche a chi sia stato a contatto con casi di positività in mancanza della relativa certificazione che, tuttavia, venuti meno i sistemi di controllo e monitoraggio dell’Asp in seguito all’incremento dei contagi, non viene più rilasciata».
Sottolineano anche che «le aule risultano fredde, a causa del mancato sistema di aereazione che obbliga a tener aperte le finestre durante tutta la giornata, anche in pieno inverno; i trasporti pubblici costituiscono un veicolo di contagio dovuto agli inevitabili assembramenti per l’eccessivo numero di passeggeri; il costo dei tamponi, a cui i ragazzi devono necessariamente sottoporsi con frequenza, nonché delle mascherine, gravano sulle famiglie. Per tutti i motivi sopra elencati noi studenti condividiamo il sentimento di protesta che in questi giorni percorre la nostra nazione, e abbiamo deciso di contribuire alla causa con una manifestazione “silenziosa” e pacifica: nella giornata di oggi, 12 Gennaio 2022, non abbiamo preso parte alle lezioni e proseguiremo con tale atteggiamento anche nei giorni seguenti, speranzosi di ottenere ascolto».

Pistoia: «Fuori accade di tutto e a pagarne le conseguenze è sempre la scuola»

Fin qui gli studenti. I dirigenti scolastici la pensano in modo diametralmente opposta. Antonio Franco Pistoia, preside del Liceo Scientifico di Rossano, non condivide «perché i ragazzi perdono inutilmente giorni di scuola».
«Un conto è essere critici col governo centrale – spiega al Corriere della Calabria il dirigente scolastico di uno degli istituti più frequentati della città – un altro è assentarsi in maniera ingiustificata. Non condivido la maniera in cui esprimono le loro opinioni. La scuola è, e rimane, il luogo più sicuro della nostra società. E poi non ci sono stati focolai. Certo, questa ondata gonfiatasi nelle festività natalizie ci impone delle valutazioni che affronteremo come fatto in questi mesi».
«L’assenza di massa non è affatto giustificata – aggiunge Pistoia – e a mio avviso danneggia immagine degli alunni. Provvedimenti? Mi devo attenere al regolamento dal quale non posso derogare, si tratta di assenze di massa. In sede di decisione valuteremo le osservazioni».
Il preside appare amareggiato. «Nonostante la mia disponibilità al confronto e spiegando le ragioni per cui gli studenti devono tornare a scuola, i ragazzi hanno preferito ugualmente continuare con la protesta, malgrado la mia grande disponibilità al confronto e l’alto livello di collaborazione. Se gli studenti non tengono in considerazione questa mia apertura mi sembra irrispettoso».
Rispetto all’areazione e la purificazione dell’aria, il dirigente scolastico del Liceo Scientifico rossanese ne evidenzia le contraddizioni. «I ragazzi ci chiedono di aprire le finestre ma poi si lamentano che fa freddo e se chiudiamo l’aria non si purifica. La scuola è un luogo sicuro nel quale si rispettano le regole – conclude Antonio Franco Pistoia –. Fuori, invece, avviene molto altro e poi a pagarne le conseguenze di comportamenti errati è sempre la scuola». (l.latella@corrierecal.it)

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