LAMEZIA TERME «È comico che le sezioni di polizia giudiziaria delle Procure del Distretto, già sottodimensionate rispetto alla media nazionale, siano quasi per la metà sguarnite e che nessuno vi ponga rimedio. È ancora più significativo che una serie di vuoti nel personale amministrativo vengano colmati altrove e solo poi qui. È vero che noi siamo il profondo Sud, è vero che Cristo si è fermato ad Eboli ma è anche vero che qui è stato versato il sangue dei magistrati, dei poliziotti, dei funzionari dello Stato degli avvocati anche di altri che hanno fatto il loro dovere e lo hanno fatto non nel proprio interesse ma nell’interesse di qualcuno altro che dovrebbe essere lo Stato italiano che questo fatto se lo deve ricordare sempre, non ogni tanto, quando c’è la passeggiata da cerimonia».
Il procuratore generale Giuseppe Lucantonio si è insediato lo scorso 29 novembre e oggi ha relazionato per la prima volta nell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022, nell’aula bunker di Lamezia Terme. Una relazione sentita e senza infingimenti la sua, rivitalizzata dalla verve campana che lo caratterizza. Ha parlato davanti al delegato del ministro della giustizia Roberto Tartaglia e al consigliere del Csm Antonio D’Amato dell’abbandono di una regione come la Calabria da parte dello Stato. Ha ringraziato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri «che ha saputo creare una squadra di giovani magistrati spesso applicati anche nei processi d’appello». Ha specificato che con i rappresentanti delle forze dell’ordine c’è un bel clima «ma siamo pochi» e che servono «incentivi» per bloccare il turn over che porta magistrati e forze dell’ordine ad andare via perché schiacciati da una enorme mole di lavoro.
Il procuratore generale, riferendosi al lavoro del personale amministrativo ha parlato delle carenze che ha potuto constatare nella città di Catanzaro, una città in cui «non c’è un servizio pubblico per portare persone al lavoro, dove sono anni che alcuni uffici giudiziari non hanno un posto auto. Bisogna venire a piedi a lavorare, bisogna fare la processione».
«Io da quando sto qui – ha aggiunto Lucantonio – ho avuto a che fare con un solo processo, quello cosiddetto Rinascita-Scott che si tiene in quest’aula che sembra un miracolo, speriamo che non rimanga un miracolo isolato – ha chiosato il pg riferendosi all’aula bunker più grande d’Europa – perché ho questa preoccupazione». «Vedete – ha continuato – in questo processo ci sono dei numeri da maxi processo di vecchia data. Fino adesso ci sono state già delle sentenze di condanna che hanno condiviso la maggior parte delle richieste della pubblica accusa. Altre non sono state condivise: massimo rispetto per le tesi della difesa, massimo rispetto per le tesi dell’accusa».
«Vedete – ha precisato Lucantonio – non voglio sbandierare oggi i dati di produttività di questo Distretto che sono stati pagati con la salute e l’impegno dei magistrati. Abbiamo tante sedi giudiziarie sparse nel Distretto, la singola incompatibilità di un giudice che va in maternità o di un collega che ha un problema di salute o che ha fatto una piccola pronunzia su un fatto crea una serie di incompatibilità che paralizzano i Tribunali. Aggiungiamo il turn over e tutto il resto: dove andremo a finire? Ogni giorno, ostacoli, difficoltà e criticità ci fanno lavorare al 50%».
«I magistrati onesti – ha detto ancora il pg – sono quelli che hanno il ruolo difficilissimo di essere garanti in realtà quotidiane in un contesto territoriale pieno di problematiche sociali e criminali di altissimo livello. In questa terra, consentitemi, un po’ dimenticata, dove hanno preso il posto di uno Stato che l’ha parzialmente abbandonata, associazioni coperte, poteri deviati, criminalità organizzata e non, il danno è stato fatto a chi? Non solo a tutti noi dello Stato ma è stato fatto soprattutto ai cittadini calabresi onesti che sono tantissimi che sono migliaia, dei quali tanti hanno paura ma non parlano perché sono rassegnati. La rassegnazione è il peggiore dei mali e un fenomeno al quale qualcuno deve porre un attimo di attenzione perché una persona rassegnata è una persona impotente, è una persona che non esige il proprio diritto e, soprattutto, dimentica qualche volta di fare il proprio dovere. Ci vorrebbe un’attività di vicinanza dello Stato e delle istituzioni. Lo Stato ci deve essere dove è necessario, ed è necessario che le forze dell’ordine siano rimpinguate. Abbiamo situazioni investigative di polizia giudiziaria dove, quei pochi che ci sono, sono ridotti allo stremo e questo nessuno lo dice con forza. E quando qualcuno lo dice con forza finisce per essere chiamato pazzo. Bene, allora vi è arrivato un altro pazzo in questo Distretto perché se non ci date gli strumenti per andare avanti sappiate che non siamo colpevoli noi, siete colpevoli voi che non ci avete dato mezzi».
Non ha mancato di rivolgersi ai rappresenti dello Stato il Procuratore generale Giuseppe Lucantonio «facendo qualche richiestina perché questa cerimonia non siano solo dati e saluti e tante belle parole ma sia un impegno per tutti quelli che ci sono e non solo per il Consiglio superiore della magistratura e per il Ministero, ma anche per tutti i rappresentanti della forze dell’ordine» che sono soggette al turn over e dopo avere investigato sono costrette ad andare altrove. Rivolgendosi al consigliere del Csm Antonio D’Amato, il pg Lucantonio ha affermato: «Antonio, lo so che tu sei sensibile, non ti dimenticare. Non bastano solo le nomine direttive e semidirettive». Secondo il procuratore generale «la copertura di tutti gli organici, che sono già ridicoli rispetto alle esigenze del Distretto, deve essere prioritaria in Calabria, come lo è stata alcune volte in Sicilia, deve essere prioritaria e deve essere mirata. Non si può stare in Tribunale con scoperture. Da Catanzaro stanno per andare via 6 giudici per le indagini preliminari. Questo significa che se ci sono delle richieste di archiviazione, di giudizio, di custodia cautelare, aspetteranno altri anni, con delle persone che stanno lì ad aspettare o di essere assolte, o di essere giudicate o di essere arrestate, o di vedere il loro arresto rigettato perché abbiamo torto». «Ma come si può chiedere alla metà di un organico di un ufficio giudiziario di provvedere in tempo? Se siamo stati virtuosi è perché si è buttato il sangue ma la gente se ne sta scappando perché non ce la fa più». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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