CATANZARO Per vent’anni è andata avanti l’estorsione che Cosimo Passalacqua, 65 anni, detto “U Toscanu”, avrebbe consumato ai danni della ditta Rogu Costruzioni srl di Roberto Guzzo. Minacciando di essere parente di “U Tubu” (ovvero Cosimino Abbruzzese) e di essere un soggetto rispettato nell’ambiente criminale, anche da esponenti di cosche ‘ndranghetistiche di Isola di Capo Rizzuto e della “Montagna”, Cosimo Passalacqua – è l’accusa mossa dalla Dda di Nicola Gratteri – si è fatto assumere come guardiano per l’azienda con lo stipendio mensile di 500 euro più beni vari: un’automobile Fiat Punto, un motocarro, comprensivi del pagamento delle loro spese di gestione (assicurazione e rifornimento di benzina). Un ingiusto profitto calcolato dai magistrati Irene Crea e Debora Rizza – e dall’aggiunto Giancarlo Novelli – in circa 6000 euro all’anno a danno della ditta Rogu e a tutto vantaggio di Passalacqua e dei suoi sodali accusati di avere vessato l’imprenditore. Col tempo Passalacqua aveva fatto assumere anche i propri figli Mario e Franco.
La chiusura delle indagini preliminari su questa vicenda vede indagati, oltre a Cosimo Passalacqua, Luca Veneziano, 35 anni, di Catanzaro; Cosimo Berlingeri, 50 anni, di Catanzaro; Enzo Abbruzzese, 48 anni, di Catanzaro; Gianluca Passalacqua, 36 anni, di Catanzaro; Santo Mirarchi, 38 anni, di Catanzaro, collaboratore di giustizia.
Cosimo Passalacqua avrebbe anche costretto – stando alle indagini – l’imprenditore Guzzo a dargli 200/300 euro in occasione «dell’esecuzione di lavori specifici tra i quali quelli effettuati presso /’Area Magna Grecia di Catanzaro relativi al ripristino degli impianti elettrici ed idrici di uno stabile, quelli effettuati presso le case popolari di Viale Isonzo di Catanzaro relativi a! ripristino e rifinitura di alcuni appartamenti e, in generale, in occasione di cantieri durante i quali era necessario lasciare incustodite attrezzature facilmente asportabili». Vessazioni andate avanti, secondo l’accusa, dal 2000 al 20 maggio 2020.
La minaccia era sempre quella di essere parente di “U Tubu” e di essere un soggetto rispettato nell’ambiente criminale, anche da esponenti di cosche ‘ndranghetistiche di Isola di Capo Rizzato e della “Montagna”.
Nonostante si fosse fatto dare la guardiania perché la ditta potesse stare tranquilla, Cosimo Passalacqua, allo scadere dei suoi rapporti con Guzzo (il 20 maggio 2020) non ha esitato – è scritto nella chiusura indagini – all’interno della sede della società Rogu Costruzioni Srl e a tentare rubare un furgone Nissan Cabstar. Questo avveniva il 28 maggio 2020.
Ancora prima, il 25 maggio 2020, «con altri quattro soggetti rimasti ignoti, in qualità quantomeno di mandante, ordinava ai correi, rimasti ignoti, di introdursi con volto travisato all’interno della sede della società Rogu Costruzioni Srl e di impossessarsi dei beni di valore in essa custoditi, anche mediante l’uso di violenza sulle cose per vincere i sistemi di sorveglianza o qualsivoglia sistema di intralcio alla realizzazione dell’opera; sulla scorta di tale incarico, quattro soggetti con volto travisato, introdottisi nella sede della predetta società, dopo aver manomesso due distributori automatici, si impossessavano delle monete custodite in essi e, dopo aver forzato la porta del deposito interno dell’azienda e averla danneggiata con dei calci, sottraevano la merce contenuta all’interno e il furgone Nissan Cabstar sul quale caricare la refurtiva e con il quale si allontanavano».
Sempre Passalacqua e altri 4 soggetti rimasti ignoti avrebbero tentato di rubare, il primo giugno 2020, merce aziendale che cercavano di caricare su una Ford Fiesta alla quale avevano asportato il sedile posteriore. Un furto sfumato in seguito all’intervento delle forze dell’ordine.
Dal 20 maggio 2020 al 4 novembre 2021 Cosimo Passalacqua tenta di reinserirsi nella vita di Guzzo dopo che questi, il 20 maggio 2020, gli aveva negato la dazione di una somma di denaro. Passalacqua – che aveva nel frattempo tentato e perpetrato i furti ai danni della ditta – chiedeva “con insistenza di riassumere i figli Passalacqua Mario e Franco e di ristabilire il rapporto di guardiania preesistente, così da evitare ulteriori episodi predatori, rivolgendosi a lui con frasi del tipo «però sanno che ci siamo noi che lavoriamo qua Robè! come sempre! Se sanno che ci siamo noi qua non viene nessuno a rompere le scatole!” e “marnò metteteli a lavorare a loro, fateli venire domani Robè che s’apparano i cosi», e ancora «Tutta Pistoia lo sapete quanti sono, sono novemila persona là!”, “La sono milioni di persone! buoni e mali!» e intimazioni del tipo «Robè, fateli venire in settimana, “non ma passa a settimana”».
Cosimo Passalacqua, detto U Toscanu, Luca Veneziano, Cosimo Berlingeri, Enzo Abbruzzese, Gianluca Passalacqua sono accusati di aver tentato un furto nell’abitazione di Roberto Guzzo l’11 luglio 2020. Dopo aver osservato l’abitazione e avere citofonato per accertarsi che non vi fosse nessuno, Enzo Abbruzzese e Gianluca Passalacqua tentavano di scavalcare il muro di cinta della casa. Anche in questo caso il furto è sfumato perché le forze dell’ordine sono intervenute cogliendo sul fatto i due a tentare di scavalcare la recinzione e hanno fermato anche i complici vicini al luogo del furto.
Qualche giorno prima gli indagati avevano rubato un trattore a Sellia Marina nascondendolo nel vicino tratto della ferrovia. Un furto che avrebbe fruttato 200 euro ciascuno grazie al sistema del “cavallo di ritorno”, e 150 euro all’intermediario.
Dal 2010 al 2016 Cosimo Passalacqua e Santo Mirarchi hanno messo sotto estorsione l’imprenditore Guzzo. Mirarchi, è scritto nel capo di imputazione, «per conto della cosca ‘ndranghetistica di Isola di Capo Rizzuto riscuoteva ogni primo del mese, personalmente o per il tramite di Passalacqua, la somma di 500 euro negli anni dal 2010 al maggio 2016 (fino alla data del suo arresto ed inizio della collaborazione con la giustizia), per lavori di ammodernamento eseguiti dall’impresa Guzzo nella Stazione ferroviaria di Catanzaro Lido e quello realizzato vicino al cimitero di Catanzaro Lido».
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Vincenzo Pizzari, Pietro Chiodo, Anselmo Mancuso, Alessio Spadafora, Alessandro Guerriero, Michele Gigliotti. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
x
x