LAMEZIA TERME A conclusioni di accurate indagini condotte dalla sezione investigativa del commissariato di polizia di Lamezia Terme, coordinate dalla procura della Repubblica di Lamezia Terme, nella mattina del primo febbraio è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautela in carcere nei confronti di Marco Gallo, classe 1985, emessa dal gip del tribunale di Lamezia Terme, su richiesta della stessa procura.
La notifica all’indagato è stata effettuata nella casa circondariale di Ancona, dove si trova attualmente (in stato di custodia cautelare in carcere) per altre cause, poiché gravemente indiziato dei reati di omicidio volontario aggravato in pregiudizio di Francesco Berlingeri, Gregorio Mezzatesta, Francesco Pagliuso, e Domenico Maria Gigliotti.
Le risultanze investigative acquisite hanno delineato un quadro di gravità indiziaria di reità nei confronti di Marco Gallo, in ordine al tentativo di Renato Berlingeri, classe 1975, verificatosi la sera del 22 febbraio 2017 in Lamezia Terme, nonché in relazione ai reati di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo.
L’ipotesi investigativa formulata nell’ambito del relativo procedimento penale, tuttora pendente in fase investigativa, trae origine dall’omicidio di Francesco Berlingeri, verificatosi a Lamezia Terme in data 19 gennaio 2017 e, per il quale lo stesso Gallo risulta imputato in stato di custodia cautelare in carcere e condannato in primo grado dalla Corte d’Assise di Catanzaro alla pena dell’ergastolo insieme alla moglie, condannata a 15 anni, entrambi in via non definitiva. Alla stessa pena Gallo è stato condannato in primo grado lo scorso 22 dicembre anche per l’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso.
L’analisi dei due fatti di sangue ha messo in evidenza come i due eventi criminosi fossero stati eseguiti utilizzando un’arma comune da sparo dello stesso calibro, circostanza che ha indotto gli inquirenti ai necessari accertamenti tecnici di natura balistico-comparativa, attraverso il Gabinetto regionale di polizia scientifica di Reggio Calabria. Gli esiti di tali accertamenti balistici, effettuati su delega della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, consentono di affermare che i due fatti di sangue siano stati commessi mediante l’utilizzo della stessa arma, una pistola semiautomatica in calibro 9 mm. corto (9×17). Le investigazioni risultano tuttora in corso. (redazione@corrierecal.it)
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