LAMEZIA TERME «Da lunedì saremo costretti a chiudere i cancelli dell’impianto di San Pietro Lametino dove viene conferito l’indifferenziato e l’umido degli 80 comuni della Provincia di Catanzaro». A Lamezia Terme, e nel comprensorio, rischia di esplodere una nuova emergenza. Quella cioè legata allo smaltimento dei rifiuti, e non sarebbe la prima volta. L’annuncio di ieri sera di Salvatore Mazzotta, amministratore delegato della “Logica scarl” (ex Daneco) riecheggia ancora fra le stanze di tutti i primi cittadini del territorio, compreso quello del presidente della Provincia, Sergio Abramo, facendo scattare più di qualche campanello d’allarme. Una crisi che va avanti da diversi mesi, legata essenzialmente al mancato pagamento di quanto dovuto all’azienda, costretta a non poter corrispondere questo mese lo stipendio ai 32 dipendenti impiegati. Lo scenario che potrebbe così materializzarsi è che lunedì tutti i mezzi pesanti che arriveranno in sede saranno costretti a restare fuori, creando disagi agli autisti e con tutto ciò che ne consegue.
L’intenzione è quella di suscitare una reazione e affinché si convochi un tavolo e, in modo serio, si realizzi un piano di rientro. «Vantiamo un credito di oltre 4 milioni di euro tra servizi espletati già dal mese di luglio e sui lavori di efficientamento. Per due anni – ha spiegato Mazzotta al Corriere della Calabria – abbiamo gestito tutto senza problemi, non abbiamo lasciato rifiuti per le strade, nessun disagio la scorsa estate, non ci sono state code per il conferimento nell’impianto ma siamo arrivati ad un punto che non possiamo più sopportare».
Per Mazzotta le responsabilità di questa situazione sono ben chiare: «Non è possibile che l’inefficienza degli altri ricada sempre su un’azienda privata. Per ben due anni abbiamo rispettato tutti gli impegni assunti con i nostri dipendenti, stipendi e tredicesime, ma questo mese non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo sollecitato più di una volta l’Ato di Catanzaro che a sua volta ha sollecitato i Comuni al pagamento dei costi dovuti». «Noi faremo questo blocco ad oltranza finché non ci sarà un piano di rientro serio ed immediato».
Secondo Mazzotta dunque spetta ai sindaci degli enti morosi assumersi le proprie responsabilità. «Chi non è capace di gestire si deve fare da parte e lasciare spazio a chi sa lavorare». «Noi – spiega – finora abbiamo agito rispettando il contratto, anche oltre. Altri, invece, si sono rilassati. Capisco che i sindaci hanno difficoltà, che i cittadini non pagano ma è un problema che va risolto perché il costo della Tari deve essere coperto al 100%, e i conteggi vanno fatti per bene». «Basta con i servizi gratuiti o a carico dei privati, è insostenibile. La nostra decisione è una scelta necessaria, non l’abbiamo presa a cuor leggero, ma è un modo per richiamare tutti alle proprie responsabilità, altrimenti il sistema non cambierà mai». (redazione@corrierecal.it)
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