LAMEZIA TERME Lo aveva promesso già lo scorso venerdì, e così è stato: niente conferimento di rifiuti a partire da questa mattina nella sede della “Logica scarl”, nella zona industriale di Lamezia Terme, su decisione dell’amministratore delegato, Salvatore Mazzotta. E così i mezzi pesanti provenienti da alcuni degli 80 comuni dell’Ato di Catanzaro, già oggi sono rimasti fuori dai cancelli, con i lavoratori di fatto rimasti con le braccia incrociate, e in attesa di capire quali saranno le novità.
Le stesse che attende proprio la società che vanta un credito di circa 4 milioni di euro, e nelle condizioni di non poter neanche pagare gli stipendi. Intanto dalle istituzioni arrivano le prime timide risposte, con il versamento annunciato di poco più di 700mila euro nelle casse dell’azienda e relativi ai debiti pregressi nel 2021. Oggi poi l’incontro a Catanzaro, ma l’intenzione è quella di continuare ad oltranza se non sarà redatto un vero e concreto piano di rientro. Si tratta di una prima tranche che non risolve il problema ma lo rinvia, anche perché tra i costi da saldare ci sono i lavori di riefficentamento e i soldi che la Regione Calabria deve ancora allo stesso Ato di Catanzaro.
«Bisogna rinsaldare quel rapporto che si è interrotto, non so perché, prima di questa estate – spiega Mazzotta al Corriere della Calabria – quindi siamo in attesa del bonifico, ma soprattutto del piano di rientro dove venga messo nero su bianco su come l’Ato vuole procedere al saldo di quanto maturato». Si tratta di oltre 1,6 milioni fino ad ottobre, 880 mila euro al 31 dicembre e altri 880mila per il periodo gennaio-febbraio. «È arrivato il momento che i sindaci, insieme, si assumano le responsabilità. Capisco che ci siano delle difficoltà, ma affinché il sistema possa funzionare è necessario che vengano fatte tutte una serie di azioni positive che consentano a questo impianto di continuare a trattare i rifiuti come abbiamo fatto in questi ultimi due anni, con enormi sacrifici».
Ci sono poi altri punti critici evidenziati da Mazzotta, come la fatturazione e la contabilità che viene effettuata bimestralmente mentre la legge dello Stato dice che le fatture debbano essere pagate a 30 giorni dall’emissione. «Siamo venuti incontro proprio per dimostrare uno spirito di collaborazione, ma a questo punto siamo costretti a fermarci perché i fornitori non ci fanno neanche più credito. Abbiamo chiesto un tavolo tecnico, abbiamo visto che anche la Regione deve fare la sua parte. Se ci sediamo tutti attorno ad un tavolo, se c’è buona volontà, troveremo una soluzione che non faccia ricadere tutto sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini». (redazione@corrierecal.it)
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