REGGIO CALABRIA «Non c’è tempo da perdere, occorre mettersi insieme, come espressione dell’intero territorio reggino e calabrese, per ottenere ora l’alta velocità in grado di riconvertire l’ulteriore sviluppo del porto di Gioia Tauro, vera speranza per lo sviluppo del nostro territorio. E poi c’è l’Aeroporto dello Stretto, infrastruttura anch’essa fondamentale e vitale per l’area metropolitana». È quanto afferma, in una nota, Massimo Ripepi, consigliere comunale di Reggio Calabria di “Coraggio Italia”, che così lancia una proposta all’Amministrazione.
«Proprio ieri – scrive Ripepi – , in sede di Consiglio Comunale, ho richiesto con immediata urgenza un Consiglio congiunto tra Città Metropolitana e Comune di Reggio, avallato dai Sindaci facenti funzione presenti in aula, Carmelo Versace e Paolo Brunetti, per parlare della triade infrastrutturale, (alta velocità-capacità, porto di Gioia Tauro, aeroporto dello Stretto) che può fare rinascere il nostro abbandonato e martoriato territorio. Dunque, occorre discutere del cuore del problema alla presenza del presidente della regione Occhiuto, della deputazione nazionale e regionale, dei Sindaci, dei Sindacati e di tutti i rappresentanti degli enti rappresentativi di ogni categoria; dire le cose come stanno e fare fronte comune: ci sono poteri occulti e meno occulti che ostacolano lo sviluppo di una certa parte del territorio calabrese, ed in particolare del porto di Gioia Tauro, gioiello reggino con potenzialità di sviluppo incredibili».
«La realizzazione dell’alta velocità-capacità, infatti – sostiene – consentirebbe al porto in questione di effettuare un salto di qualità sul piano commerciale, diventando così uno dei porti più importanti al mondo, ma strappando certo il primato ad altri porti nevralgici della nostra penisola e dell’Europa del nord. La presenza dell’alta velocità e dell’alta capacità nella provincia di Reggio Calabria e l’ulteriore connessione che ne verrebbe per lo scalo portuale di Gioia, avrebbe non solo la forza di risollevare il degrado economico della Calabria, generando migliaia di posti di lavoro, ma potrebbe persino fungere da volano per il sud e per l’intera Italia».
«Il lembo più povero della penisola – aggiunge Ripepi – verrebbe liberato dall’isolamento a cui è stato condannato da politiche inesistenti o altrimenti discriminanti e tendenti a dissolvere qualsiasi opportunità di sviluppo; ora, è un’altra occasione da non perdere e per questo è fondamentale richiamare dalla stessa parte le delegazioni di ogni ambito politico e sociale».
Il consiglio congiunto è necessario, secondo il consigliere, «per fare il punto sulle infrastrutture della Città metropolitana di Reggio e dell’intera Calabria, a cui è legato a triplo filo l’aeroporto dell’area metropolitana dello Stretto. Il Consiglio Comunale congiunto auspichiamo diventi la piattaforma comune e sinergica per redigere un documento unitario e forte, da consegnare al Governo direttamente a Roma con apposita delegazione il più possibile rappresentativa».
«La chiamata a questo tavolo unitario – ritiene l’esponente politico – metterà in evidenza chi rema contro la Calabria e chi, invece, comprende la grande opportunità legata a queste infrastrutture. A chi non gioverebbe lo sviluppo del porto di Gioia Tauro? Se la smettessero di dilazionare i progetti a favore del sud, se fosse possibile avere in tempi brevi, da parte del governo, una risposta, anche grazie a questo documento congiunto, allora ci sarebbe una speranza persino per i nostri figli. La proliferazione di posti di lavoro, legati alle suddette infrastrutture, sarebbe tale che i calabresi non dovrebbero più emigrare per spendere le loro competenze professionali altrove, ma anzi saremmo un polo d’attrazione per altre professionalità e per altri operatori».
«Questa – conclude – è un’altra guerra politica ed economica in corso per la quale tocca a noi reggini-calabresi giocare una partita vincente; ma solo se saremo veramente uniti sul piano del benessere comune e regionale, allora potremmo portare una proposta convincente sui tavoli governativi e non relegare mai più nella politica delle chimere il nostro territorio, così prospero sul piano geografico e strategico sul piano geopolitico».
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