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Chiuse le indagini su Ferrero, ex patron della Sampdoria indagato per bancarotta

Al centro dell’inchiesta della Procura di Paola il fallimento di alcune società con sede in Calabria. Nove le persone coinvolte

Pubblicato il: 01/04/2022 – 9:13
Chiuse le indagini su Ferrero, ex patron della Sampdoria indagato per bancarotta

PAOLA Chiuse le indagini su Massimo Ferrero, ex patron della Sampdoria che è stato al centro dell’inchiesta della Procura di Paola. Il presidente della squadra ligure era stato arrestato a Milano per reati societari e bancarotta, mentre altre 5 persone erano finite ai domiciliari tra cui la figlia di Ferrero, Vanessa e un nipote, Giorgio, gli indagati erano in tutto nove. Ferrero, in carcere a San Vittore, è poi passato ai domiciliari il 21 dicembre scorso, quando il Riesame di Catanzaro ha accolto la richiesta dei difensori dell’imprenditore.

I nomi degli indagati nell’inchiesta

Sono nove le persone coinvolte complessivamente nell’inchiesta della Procura di Paola, oltre all’imprenditore sono indagati: Vanessa Ferrero, 48 anni, figlia di Massimo; Giorgio Ferrero, 41, nipote del presidente; Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza; Aiello Del Gatto, di Torre Annunziata, 55, residente ad Acquappesa. A questi si aggiungono altri quattro indagati, tutti residenti a Roma: Coppolone Roberto classe 66, Fazioli Cesare classe 57, Sini Laura classe 65 e Carini Paolo classe 44.

Massimo Ferrero è il «deus ex machina»

Massimo Ferrero per la Guardia di finanza di Cosenza è il «deus ex machina» dei reati di bancarotta contestati, svolgendo l‘attività dell’amministratore di fatto avrebbe gestito illecitamente il patrimonio e le vicende societarie di tutte le aziende a lui riconducibili mirando allo «svuotamento degli assets con successivo fallimento delle società». Una circostanza cristallizzata dalle intercettazioni captate dagli investigatori con protagonista lo stesso imprenditore di Testaccio. In una occasione, il patron dimissionario della Sampdoria chiede al suo interlocutore: «La Maestrale è chiusa?…perché volevo fa un unico pagamento…così pagavo e mi levavo dal cazzo!». Delle societarie calabresi, Ferrero si tiene informato e chiama il commercialista che cura gli aspetti economici della società del gruppo per ricevere delucidazioni in merito ad una posizione. Il consulente si mostra preoccupato: «C’è una posizione che non troviamo le carte. La posizione è che ad un certo punto le carte di Farvem, si perdono nella notte dei tempi e non esiste più la contabilità. Ed è la posizione del prestito di Cariparma effettuato a Farvem» e Ferrero nel corso della telefonata spiega al suo interlocutore del prestito e dei vari passaggi compiuti. «Te lo dico in tre parole, parliamo di 13/14 anni fa. Io chiedo 7 milioni e 600mila euro per i palazzi Farvem (…) da lì mi fanno mettere altri soldi a garanzia. Un po’ di anni dopo questi soldi che facevano: li mettevano un po’ a garanzia a Farvem, da Farvem li spostavano e li mettevano a Blu, da Blu li spostavano ad Ellemme». Da un’altra intercettazione – secondo la Procura – si evince il ruolo centrale negli affari di famiglia di Ferrero. E’ lo stesso imprenditore a confermarlo ad un suo interlocutore che gli chiede quali siano i ruoli dei suoi familiari nelle aziende del “Gruppo”. «Ruolo che hanno? Nessuno!! Ferrero punto!».



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