Tutti gli indicatori sotto soglia: la Calabria si conferma come la regione con i peggiori livelli essenziali di assistenza in Italia. Lo ha rilevato anche la Corte dei Conti nell’audizione nelle commissioni congiunte Bilancio della Camera e del Senato sul Documento di Economia e Finanza 2022, audizione tenuta ieri. Tra i dati che la magistratura contabile ha citato nell’audizione quelli relativi alla sanità e agli adempimenti della griglia Lea da parte delle Regioni: sulla base delle cifre del nuovo sistema di garanzia (Nsg) del ministero della Salute, la Calabria è l’unica che presenta un range inferiore al punteggio medio (60) in tutte e tre le aree di assistenza oggetto di monitoraggio, vale a dire prevenzione, attività distrettuale e attività ospedaliera. «Dalla rilevazione per il 2019 pubblicata dal ministero della Salute nel corso del 2021 – ha sostenuto la Corte dei Conti nell’audizione nelle commissioni parlamentari Bilancio sul Def – emergeva un miglioramento rispetto agli esercizi precedenti: risultavano infatti adempienti 15 regioni rispetto alle 9 del 2016, con valori degli indicatori più elevati in tutte le aree di assistenza. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio cui si aggiungevano Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna. Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Sicilia non raggiungevano il punteggio minimo in una sola area, mentre nelle altre due presentavano un valore compreso tra i 62 e i 77 punti. Presentava due indicatori negativi la Provincia Autonomia Bolzano: nella prevenzione (53,78) per la ridotta copertura vaccinale, e nella distrettuale (50,89). Carente in tutte le tre aree la Calabria, penalizzata anche a causa della mancata o incompleta trasmissione delle informazioni richieste». Per la Corte dei Conti «il Nsg sembra quindi confermare, sia pure con gradazioni diverse, che le inadempienze più gravi e peraltro più diffuse si riscontrano nell’assistenza territoriale, nell’insufficienza degli screening oncologici (soprattutto nelle regioni meridionali) e nella ancora inadeguata copertura vaccinale mentre l’attività ospedaliera, a fronte della riorganizzazione intervenuta sia pure con ritardi in tutte le regioni, presenta punteggi generalmente più alti». Nel dettaglio, rispetto al valore mediano di 60 la Calabria presenta un punteggio pari a 59,90 per la prevenzione, (terzultima in Italia), pari a 55,5 per l’assistenza distrettuale (quartultima in Italia) e pari a 47,73 per l’assistenza ospedaliera (ultima in Italia). (redazione@corrierecal.it)
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