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l’editoriale

«La Calabria. L’orgoglio perso da ritrovare»

Noi calabresi non siamo inferiori a nessuno e l’orgoglio dovrebbe accompagnarci sempre. Siamo terra del profondo Sud e, per questo, costretta a scontare colpevoli ritardi, ma questo vale anche per…

Pubblicato il: 30/04/2022 – 16:46
di Paola Militano
«La Calabria. L’orgoglio perso da ritrovare»

Noi calabresi non siamo inferiori a nessuno e l’orgoglio dovrebbe accompagnarci sempre. Siamo terra del profondo Sud e, per questo, costretta a scontare colpevoli ritardi, ma questo vale anche per altre regioni, oggi rinate a nuova vita e lontane da stereotipi.
Come loro vantiamo profonde radici e luoghi autentici, ma il nostro rimane ancora un inferno bellissimo, in grado di esportare geni calabri in giro per il mondo.
Eppure siamo coraggiosi, determinati, testardi e resilienti come pochi. E chi vive altrove sente forte il richiamo dei luoghi e il rimpianto per la lontananza.
Ma dovranno poter tornare perché è questa la terra che dovranno nutrire, dissetare e allevare. Perché senza di loro non c’è futuro.
E la ‘ndrangheta? E’ l’unica vera nube tossica ad inquinare tutto ciò che c’era e c’è da inquinare, e sul perché sia così terribilmente difficile scegliere di smaltirla come un rifiuto pericoloso dovremo interrogare le nostre coscienze e, come per la peste, isolare sul serio faccendieri, pseudo politici e imprenditori che alimentano il sistema mafioso e il loro potere sul territorio. Vanno emarginati insieme a tutto quel mondo di mezzo che presto conoscerà limiti e confini. Difronte ai ricatti, ai dossieraggi non bisogna cedere.
Iniziamo ad amare quello che tutti ci invidiano, a non denigrare sistematicamente le nostre città, a tenerle pulite insieme alle spiagge e ai boschi, in vista dell’imminente stagione estiva. A difendere la reputazione della Calabria. A incentivare la nascita del brand Calabria.
È vero, le emergenze sono troppe e non vanno sminuite, anzi. Ma proprio perché c’è veramente tanto da fare, la polemica a tutti i costi non serve. E nemmeno gli alibi. Puntare il dito contro il governo regionale, a distanza di soli sei mesi, non porterà benefici e risultati.
Le buone intenzioni – se seguite da azioni concrete – non possono che giovare alla Calabria troppe volte illusa, usata e delusa.
Ma se ci pensate, in fondo, non c’è nulla che le male lingue possano peggiorare. (paola.militano@corrierecal.it)

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