CATANZARO Anche la Calabria potrà beneficiare di risorse utili a procedere alla bonifica dei “siti orfani” presenti in regione. Non tutti però. Appena quattro sono infatti rientrati tra i progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che punta tra altro proprio al risanamento di queste aree come mezzo per attuare quel processo di transizione ecologica che costituisce uno dei pilastri delle missioni individuate dal Next generation Ue. Anche se ancora la Regione non ha proceduto alla firma del relativo accordo con il ministero della Transizione ecologica, dicastero che gestisce le risorse.
Si tratta di quei siti – come individuati dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare n°269 del 29 dicembre del 2020 – che vengono considerati potenzialmente inquinati ma per i quali non è stato possibile risalire al responsabile dell’inquinamento oppure non ci sono ci sono le condizioni per procede e per cui la bonifica resta a carico della pubblica amministrazione.
Il recupero di queste aree, in particolare, è contemplato dalla terza missione del Pnrr nella componente M245 dedicato alla tutela del territorio e della risorsa idrica.
In questo capitolo di spesa, il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 500 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 105,6 milioni già previsti a fine dicembre da quel decreto ministeriale varato dal ministero dell’Ambiente.
Con l’inserimento di queste misure nel Recovery italiano, si dovrebbe imprimere un’accelerazione nella realizzazione del piano di bonifica e conseguentemente di riqualificazione dei territori compromessi. Nel piano è infatti previsto il raggiungimento della riqualificazione di almeno il 70% dei siti entro il primo trimestre del 2026.
Per la Calabria sono previsti per procedere alla riqualificazione di questi siti oltre 5,4 milioni (per l’esattezza 5.443.128 euro).
Ed in Calabria, come detto, sono quattro i siti orfani individuati dal Ministero della Transizione ecologica che potranno beneficiare degli interventi di bonifica. Due nella provincia di Cosenza, uno nel Reggino e infine un altro nel Catanzarese.
In particolare si tratta in ordine di grandezza, dell’area individuata in località Scordovillo di Lamezia Terme che interessa una superficie di 10.400 metri quadrati. Segue l’ex discarica di località Tufiero a Celico. Questo sito occupa diecimila metri quadrati. Stessa dimensione per il sito orfano in località Fiumara Novito di Siderno, nel Reggino. Infine c’è l’ex discarica di località Fossato in provincia di Cosenza. Questo sito copre una superficie di 5.126 metri quadrati.
Così complessivamente le aree destinatarie di interventi – coperti da risorse del Recovery Plan – coprono 35.526 metri quadrati. Una superficie che potrà non solo essere bonificata, ma essere restituita – come nell’indirizzo di missione del Pnrr – alla piena fruibilità dei calabresi attraverso un piano di riqualificazione del territorio. Ma restano esclusi da questo iter altri siti – come le aree ex Sasol e Lampanaro nel Crotonese – che avrebbero meritato la stessa attenzione come quelli rientrati nell’elenco. Da qui la sfida è quella di riuscire ad intercettare ulteriori risorse da destinare alle altre aree calabresi contaminate rimaste senza fondi. (rds)
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