LAMEZIA TERME Saluto della comunità della parrocchia di Santa Maria Goretti VM, stamani, al Vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, amministratore diocesano di Lamezia Terme, che ha concelebrato insieme al parroco, monsignor Giuseppe Angotti, ed al viceparroco, monsignor Giuseppe Ferraro. «Un momento di intensa commozione – riferisce una nota stampa della diocesi al quale si è aggiunta l’ammissione agli ordini sacri di Giuseppe Bernardini, alla presenza anche di alcuni seminaristi del seminario interdiocesano Pio X di Catanzaro».
«Il Risorto – ha detto monsignor Schillaci invitando ad incoraggiare e sostenere Giuseppe in questo suo cammino – è il Pastore guida delle pecore ed è a Lui che vogliamo guardare. Carissimo Giuseppe, non dimenticare mai questa dimensione: è l’Agnello il Pastore. Quell’Agnello è colui che ci deve guidare, che deve guidare sempre più la nostra vita. Essere discepoli significa questo: essere discepoli missionari del Signore. In questo cammino abbi questo atteggiamento: ascoltare sempre la voce del Signore per ascoltare tutti, nessuno escluso. Non aver paura di allargare l’orizzonte. Quando si ascolta il Signore, quando si ascolta lo Spirito, non si ha paura di ascoltare tutti. Conoscere significa mettersi in relazione, mettersi in comunione ed il Signore è anzitutto quello che conosce le nostre vite. Ascoltiamo quello che viene dal suo cuore e mettersi in sintonia, conoscere Lui. È Lui che apre la strada e tu, Giuseppe, non perdere mai di vista l’atteggiamento della sequela. Non sentirti mai arrivato. Il Maestro è Lui. Il Pastore è Lui. Vero Maestro e vero Pastore. Non lasciarti ammaliare da altri che insinuano il sospetto, che immettono nella vita la discordia, che immettono tutto quello che procura disordine, che non vogliono il nostro bene. I mercenari – ha aggiunto il Vescovo – pensano a fare affari, ad entrare in un’ottica che non ha niente a che fare con chi segue il buon Pastore. Cristo ama senza aspettare niente in cambio. Guardiamo alla schiera di uomini e donne che non hanno avuto paura nella sequela di chi ha dato la vita. Con le nostre fragilità ci mettiamo dietro di Lui con questa consapevolezza: Lui ci protegge e ci ama di un amore eterno, infinito. Che tu possa ascoltare di più il Signore per ascoltare, conoscere, seguire sempre più le persone che incontrerai nella tua vita».
Ad apertura della celebrazione eucaristica, al Vescovo è stata consegnata una Mitria in segno di gratitudine, come ha detto a nome della parrocchia Damiana Frangipane, riprendendo «le parole del nostro parroco don Pino, che lei ci ha onorati di scegliere come suo fedele collaboratore, non solo per quello che ha fatto, ma soprattutto per quello che è stato: un pastore secondo il cuore di Cristo».
«È motivo di gratitudine – ha aggiunto Frangipane – la sua vicinanza alla gente, ai più deboli e fragili, in modo particolare per noi laici che in questi tre anni siamo stati chiamati e invitati alla corresponsabilità nel servizio ecclesiale non solo all’interno delle parrocchie, ma soprattutto e fondamentalmente nel territorio e nelle situazioni di particolare bisogno umano. Grazie Padre, infine, per averci permesso di condividere con Giuseppe, seminarista figlio di questa comunità, la sua Ammissione agli Ordini Sacri: questo momento di riconoscimento ecclesiale del suo cammino vocazionale vissuto qui in parrocchia sia per lui garanzia che dietro a lui e accanto a lui c’è la sua comunità che lo sostiene con la preghiera e l’affetto, affinché il Signore gli manifesti la Sua certa volontà, confermandolo in questa sua, e quanto mai necessaria, vocazione a servizio della fede del popolo santo di Dio. Per farle sentire la vicinanza, la gratitudine, il sostegno in questo momento e il sincero affetto della nostra comunità, desideriamo farle un dono: la mitria che indossa. Il significato che essa rappresenta, ossia lo splendore della santità cui ogni vescovo deve aspirare, ci ricorda che siamo tutti Chiesa in cammino verso la santità, sulle orme del Risorto, il cui ‘amore è per sempre’, e siamo consapevoli che Lei, con la sua guida di pastore, ci ha indicato la strada. Il disegno riportato sulla mitria volutamente ha delle piccole palme, segno del martirio che richiama tutti i martiri e, quindi, anche la nostra piccola Santa Maria Goretti, sotto la cui protezione Lei, Padre, è stato consacrato e a Lei vogliamo affidare il suo nuovo cammino».
«Oggi la nostra comunità è riunita per lodare il Signore, nella Domenica del Buon e Bel Pastore – ha proseguito Frangipane – , ma anche per salutare e ringraziare Lei, che è stato il nostro pastore in questi tre anni non facili. Sia per Lei, che per la nostra Diocesi, si apre ancora un tempo di cambiamento, di ripartenza, ma anche di ascolto della Parola che il Signore sta rivolgendo alla nostra Chiesa locale e a Lei, chiamato a guidare un nuovo gregge. Ogni distacco è fonte di fatica ed incertezza, ma anche segno di appartenenza concreta al Signore, che ci ha donato di condividere insieme un breve, ma intenso, tratto di strada, durante il quale abbiamo sentito con forza, in un momento buio e complicato della nostra storia, la sua vicinanza discreta fatta di modi gentili e sguardi accoglienti. Non possiamo non ricordare il legame particolare che unisce la sua presenza alla nostra Parrocchia: è ancora vivo il ricordo di quel giorno di luglio in cui ha scelto di celebrare proprio qui la sua prima messa dopo la Consacrazione episcopale, partecipando alla festa in onore della nostra S. Maria Goretti, la piccola Marietta, di cui ci ha raccontato la sua personale devozione. Sono momenti che resteranno nel cuore di ciascuno di noi e che oggi lasciano il posto alla certezza di avere conosciuto prima che un Vescovo un uomo, con belle qualità umane e una profonda spiritualità. Il primo ringraziamento va innanzitutto al Signore che ci ha fatto dono della Sua guida e poi a Lei, carissimo padre Giuseppe, che ha servito con amorevolezza e semplicità la nostra Diocesi nel cammino verso Cristo, speranza dell’umanità. Siamo certi che la sua preghiera ci ha sostenuti, ci sostiene e ci continuerà a sostenere sempre nell’indelebile legame fraterno in Cristo e anche noi, da parte nostra, le assicuriamo il ricordo costante nella preghiera. L’augurio di tutti noi – ha concluso Frangipane – si concretizza nelle parole di San Francesco che, con gioia vera, doniamo a Lei in questo giorno: “Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il Suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il Suo sguardo e ti dia pace”».
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