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«A Buccinasco la mafia non è mai esistita». E Rocco Papalia “sfida” il Comune

L’uomo, uscito di carcere dopo 25 anni, ha intentato causa al municipio. Il centro da anni è nelle mani della cosca originaria di Platì

Pubblicato il: 30/05/2022 – 13:06
«A Buccinasco la mafia non è mai esistita». E Rocco Papalia “sfida” il Comune

BUCCINASCO «È inutile che (il sindaco Rino Pruiti, ndr) dice mafia, mafia. Dice che la mafia a Buccinasco ha perso. Ha perso perché non è mai esistita». Sono le parole di “sfida” che Rocco Papalia – uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di 25 anni di carcere perché considerato elemento di spicco dell’omonima cosca che opera nella cittadina del Milanese – ha pronunciato alcuni giorni addietro contro il primo cittadino. Parole “pesanti” riportate da “il Post” che dedica un lungo articolo sul centro considerato una delle “roccaforti” della ‘ndrangheta in Lombardia e che vede proprio i Papalia tra i protagonisti principali dell’oppressione che si respira a Buccinasco.

Rocco Papalia

Qui il 12 giugno, si sfideranno tre candidati a sindaco per ottenere la poltrona di primo cittadino, tra cui anche lo stesso Pruiti. Contro il Comune, Rocco Papalia – originario come la sua famiglia di Platì – ha intentato una causa per l’uso esclusivo del cortile della palazzina in cui è tornato a vivere. Parte della quale gli è stata confiscata. Si tratta di due appartamenti, una taverna e un box che il Comune ha affidato ad un centro per minori. Una cosa che, a Papalia – come fa notare il Post – non è affatto piaciuta. Da qui lo scontro diretto con il sindaco uscente promotore dell’iniziativa. «Ho fatto più del sindaco – ha rivendicato Papalia – perché io, coi miei mezzi di movimento terra, ho costruito mezza Buccinasco. Se c’è qualcuno che se ne deve andare è lui».
Un confronto a “muso duro” in un momento delicato che vive Buccinasco dopo l’omicidio avvenuto l’11 ottobre scorso di Paolo Salvaggio, plurigiudicato assassinato in pieno centro alle 9 del mattino. Un delitto che ha gettato una nuova ombra sul centro di oltre 26mila abitanti della provincia milanese.

L’agguanto costata la vita a Paolo Salvaggio


Buccinasco ha vissuto una sanguinosa guerra di mafia a cavallo degli anni Settanta ed Ottanta che ha opposto la ‘ndrina Papalia-Barbaro al gruppo cosiddetto degli “zingari” e che ha lasciato una lunga scia di sangue, prima della “conquista” – ricostruiscono le indagini della Distrettuale antimafia milanese – della piazza milanese proprio ad opera del clan originario del centro aspromontano. Una presenza massiccia, quella dei cittadini provenienti da Plati, che oggi conta – ricorda “il Post” – circa duemila famiglie originarie della cittadina calabrese. Tanto da definire Buccinasco “la Platì del Nord”.
Nel corso delle varie operazione antimafia condotte contro la cosca egemone dei Papalia-Barbaro sono stati confiscati oltre venti beni riconducibili agli uomini dei clan. Tra cui appunto quel bene che ha mandato su tutte le furie Rocco Papalia e per il quale ora è pendente una causa contro il Comune davanti al Tribunale la cui prima udienza è fissata il prossimo 15 settembre. «Sono in causa con la ‘ndrangheta», ha detto il sindaco Pruiti in una dichiarata riportata da “il Post” a commento della vicenda. Una battuta che però suona amara. «Gli affiliati del clan», ricorda il primo cittadino uscente, «vivono qui, non se ne sono certo andati. Ma gli affari li fanno altrove, vogliono che il posto in cui abitano sia un luogo tranquillo». Una tranquillità rotta però dai quattro colpi di pistola che hanno ucciso Paolo Selvaggio. Un delitto sul quale indaga nuovamente la Distrettuale meneghina proprio che comprendere contro chi quel messaggio di morte è stato rivolto. Un assassinio che dimostra nei fatti che la mafia – o meglio la ‘ndrangheta – a Buccinasco esiste e come. Checché ne dica Rocco Papalia da Platì. (rds)

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