CATANZARO Il Comune di Catanzaro «è come se fosse stata casa mia, per 18 anni, per questo scusatemi se oggi non sono efficiente ed efficace ma è davvero difficile…». Con la voce rotta dall’emozione, e dalla commozione, Sergio Abramo saluta la città che ha amministrato per quasi venti anni: nella Sala Concerti del Comune adiacente a quella stanza che l’ha visto governare il capoluogo per quattro mandati il sindaco di Catanzaro si congeda in punta di piedi com’è nel suo stile, ma anche con l’orgoglio di aver comunque segnato un’epoca storica, non solo a livello cittadino. Ad ascoltarlo, tra i leader politici solo alcuni di quelli che hanno incrociato la loro parabola con la sua, come Wanda Ferro e Filippo Pietropaolo, i suoi attuali assessori, qualche consigliere comunale uscente, tanti dirigenti, funzionari e dipendenti del Comune.
«Dopo 20 anni è giusto è doveroso lasciare le tracce del lavoro che abbiamo fatto, una serie di finanziamenti che sicuramente potranno essere a disposizione della prossima amministrazione, e altri dovranno ancora arrivare», esordisce Abramo. «Abbiamo fatto una programmazione a 360 gradi, perché comprende anche i quartieri periferici, una programmazione che lasceremo in eredità e che sarà un contributo a chi verrà dopo. Non è un problema su chi oggi è presente o meno, oggi vogliamo lasciare una piccola traccia per dire cosa abbiamo fatto in questi 5 anni, perché la programmazione fa scaricare a terra centinaia di milioni di finanziamenti che in questo momento particolare danno sicuramente un contributo all’economia, con ricadute anche occupazionali. Sarebbe stato brutto perdere questi finanziamenti: e noi lo possiamo dire, che siamo l’unica città ad aver presentato tutto, dal Pnrr all’Asse Città, già rendicontato, abbiamo presentato già la programmazione 2021-27 su tutte le linee di finanziamento previste per gli enti locali». E poi: «Voglio ringraziare anzitutto i cittadini, perché sono stati 18 anni molto belli, che ho vissuto con grande passione. Gli ultimi cinque anni – rileva il sindaco – sono stati un po’ turbolenti, da tutti i punti di vista e poi con la pandemia che ci ha fatto perdere due anni e non è stato facile, onestamente, ho dei flash della città completamente deserta ed è una cosa che ti segna e resterà nella vita. Ma resterà il bellissimo ricordo di aver fatto il sindaco per 18 anni. Ringrazio la città, tutti gli amministratori, i giornalisti che hanno portato avanti un lavoro importante. Sono tempi difficili, c’è una differenza tra i primi dieci anni di mio governo e questi ultimi due mandati, c’è tanta disoccupazione, tanta miseria, tanto disagio rispetto a prima e questo disagio carica anche gli amministratori di una maggiore responsabilità ma anche di maggiori difficoltà rispetto agli anni 2000».
Abramo spiega che «sono tantissime le cose che avrei voluto chiudere, che avevamo iniziato e non sono riuscito a chiudere, anche per il blocco della pandemia. A esempio, avrei voluto chiudere la gara del porto, perché l’autorizzazione poteva arrivare prima se non ci fosse stato questo fermo, avrei voluto sicuramente fare la gara per il depuratore, e poi altre cose che spero farà la prossima amministrazione. Noi lasceremo la progettazione, ed è già un fatto positivo, perché appena arriverà a esempio la “Via” del porto si potrà fare subito la gara d’appalto, e si potrà essere molto più veloci rispetto a prima. Però quando chiudi c’è sempre da fare per una pubblica amministrazione, le esigenze sono davvero tantissime e continueranno a esserci perché non si deve pensare che un sindaco possa avere la bacchetta magica. Però – sostiene il sindaco di Catanzaro – la cosa principale è questa crisi che coinvolge gli enti locali: i finanziamenti tagliati dal governo non mettono nelle condizioni di fare la gestione ordinaria, è più facile trovare un finanziamento da 10 milioni che trovare 100mila euro per la manutenzione delle strade».
Abramo comunque rivendica anche i suoi “successi”: «Quello che siamo riusciti a fare è stato mantenere i conti in ordine, non è stato facile ma questo ci proietta in un futuro sicuramente migliore, perché se il governo dovesse sostenere gli enti locali, noi, non avendo debiti, potremmo utilizzare le risorse non per togliere i debiti ma per investimenti, e questo è un grande vantaggio che lasceremo. Poi, credo che un fiore all’occhiello sia stato il sistema dei rifiuti, e non era facile riorganizzarlo. Ora c’è questa società unica regionale, che forse ci metterà nelle condizioni, come area centrale, di non essere più la pattumiera della Calabria: speriamo – prosegue il sindaco di Catanzaro – che si faccia un bel lavoro a livello regionale, sono sicuro che il presidente organizzerà una bella squadra, sia per il sistema dei rifiuti sia per l’acqua, rispetto alla quale dobbiamo approfittare dell’occasione del Pnrr in modo da risolvere il problema una volta per tutte. Le nostre reti sono troppo vecchie, oltre i 50 anni non devono andare, le nostre hanno già oltre 60 anni: c’è quindi bisogno di un grande investimento, ho anche consigliato il presidente di sentire Cassa Depositi e Prestiti, io anni fa portai F2I, un fondo istituzionale, e credo che ci voglia una società dello Stato che intervenga con finanziamenti propri che poi una parte si ripagano con le bollette».
«Il futuro di Sergio Abramo è quello della città di Catanzaro, non quello di di Sergio Abramo», afferma poi Abramo, che aggiunge. «Se posso dare un consiglio a chi verrà dopo, è quello di fare una buona squadra e coinvolgere soprattutto la classe dirigente, che deve partecipare molto di più, anche i cittadini devono partecipare nei fatti. Tutti dobbiamo contribuire e credo che in questi ultimi anni non ci sia stato il contributo da parte di tutti: abbiamo bisogno dei parlamentari che aiutino il proprio territorio, dei consiglieri regionali che diano il loro contributo nella programmazione, abbiamo bisogno di una classe dirigente che non può muoversi solo quando c’è un interesse personale, ci sono professionisti che dovrebbero collaborare con consigli, progetti, dicendo la loro come classe dirigente. Invece molto spesso si resta isolati perché molti non vogliono partecipare alla cosa pubblica. Io capisco che in questo momento c’è una grande sfiducia nei confronti della politica, ma se non interveniamo tutti insieme le cose non potranno mai cambiare». Una piccola bacchettata ai candidati sindaco, che – dice Abramo in conferenza stampa – «promettono cose che non si potranno realizzare senza soldi».
Abramo si toglie poi qualche “sassolino”: «A livello politico – aggiunge – non ho avuto amarezze, solo avrei voluto una classe politica più lungimirante su alcune tematiche importanti, perché non serve sollecitare la singola pratica, serve fare vera programmazione e la programmazione la fai alzando il livello del confronto. E soprattutto serve l’aiuto da parte di tutti, perché se si vuole intervenire nei confronti dello Stato perché la Calabria e il Sud vengono penalizzati, quello è un tema che andrebbe preso d’assalto da una classe dirigente tutta, quindi dai parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, la collettività, le associazioni, che insieme si possa spingere per far cambiare le cose. Ma questo orgoglio di difendere la regione e il Sud non c’è stato».
Testimonianze suggestive arrivano poi da alcuni big presenti, come Wanda Ferro, che di Abramo è stato assessore comunale alla Cultura e che Abramo sostiene ora che la leader di Fratelli d’Italia è candidata sindaco. «Sergio – sostiene la Ferro – lascia una bella eredità, l’eredità di un grande capitano, qualità che ha sempre dimostrato, soprattutto nel dramma del Covid». Filippo Pietroapolo, oggi assessore regionale ma fedele collaboratore di Abramo e poi sindaco facente funzioni di Catanzaro quando Abramo nel 2004 decise di correre per la presidenza della Regione: «Sono onorato di aver fatto parte della sua squadra, in quel secondo mandato che – ricorda Pietropaolo – fu esaltante, perché riuscimmo a intercettare tutti i fondi europei e utilizzarli per progetti oggi concreti». Aldo Costa, già vicesindaco con Abramo: «Ricordo il 1997, quando arrivò Abramo la città era ridotta ai minimi termini ma poi – rileva Costa – grazie ad Abramo ha vissuto periodi entusiasmanti». Infine, Gabriella Celestino, attuale vicesindaco: «Tanti definiscono Sergio uomo solo al comando ma non è assolutamente vero perché con lui- conclude la Celestino – abbiamo fatto un grande lavoro di squadra». (ant. cant.)
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