COSENZA L’inflazione è alta e i mercati temono la recessione. Il conflitto in Ucraina e le drammatiche conseguenze si abbattono sui mercati, drogati dal calo di materie prime e dalle conseguenze economiche delle politiche monetarie restrittive. «Lo scenario è quello descritto» dice – al Corriere della Calabria – Federico Rampini, editorialista del CorSera e saggista ospite del roadshow di Promos Italia partito dalla Camera di Commercio di Cosenza.
Lo shock dei mercati ha prodotto «l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse delle banche e del costo del denaro che è il modo con cui gli istituti di credito combattono l’inflazione e ancora l’aumento del costo delle materie prime dai cereali a quelle che sono fondamentali per le energie rinnovabili». Per Rampini è «un panorama a tinte fosche che impone di studiare la geopolitica, un tema obbligatorio per la classe dirigente economica, ma anche le piccole e medie imprese che devono capire dove sta andando il mondo per comprendere meglio il futuro e compiere delle scelte». Lo shock geopolitico della guerra in Ucraina «fa si che i rapporti con un gigante come la Russia siano diventati impossibili», aggiunge Rampini ed allora uno degli scenari interessanti è quello che conduce dritti al Mediterraneo. Anche il premier Mario Draghi «con gli incontri in Algeria, Libia, Egitto e Israele ha cercato di riorientare la nostra vocazione e questo è interessante per le regioni – come la Calabria – che si affacciano sul Mediterraneo».
Come scrive il direttore Paola Militano, in un recente editoriale, «(…) la Salerno-Reggio Calabria cambia nome, ma resta l’incubo costato fino al 2016, circa 7,5 miliardi di euro e, manco a dirlo, si tratta di un costo destinato a lievitare». Dinanzi le ataviche difficoltà nel realizzare, terminare, ammodernare la rete stradale e autostradale calabrese, forse la Regione farebbe meglio a pensare alla costruzione ed al miglioramento dell’autostrada digitale. «Il digitale ha meno problemi sia per quanto attiene la costruzione fisica e sia in termini di impatto ambientale», sottolinea Rampini. Che aggiunge: «chi è indietro sulle infrastrutture fisiche può accelerare il passo su quelle digitali, che sono altrettanto importanti se non addirittura di più».
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