CATANZARO La prova generale del ponte del 2 giugno è andata bene, ora in Calabria c’è ottimismo per quanto i mesi di luglio e agosto riserveranno alla stagione turistica. Le stime sono positive, come spiega all’AGI Vincenzo Farina, imprenditore balneare oltre che presidente regionale della Confesercenti. Finite le restrizioni legate alla pandemia, nel Paese c’è voglia di vacanza. «Rispetto al giugno 2021, si è registrato – dice Farina che gestisce uno stabilimento balneare a Roseto Capo Spulico, nel Cosentino – un buon 30% in più di arrivi. In termini di presenza è valso quanto una settimana di luglio. In genere a giugno, come a settembre, si lavora solo sabato e domenica. E’ stato comunque un buon avvio di stagione. Il tempo ci ha un po’ penalizzati nel secondo week end, ma l’ultima parte del mese è andata alla grande. Siamo ottimisti per luglio e agosto».
I prezzi negli stabilimenti balneari, assicura Farina, sono invariati da 5-6 anni. «Chi scrive che c’è stato un incremento dei costi dei servizi nelle strutture balneari racconta bufale. Le nostre imprese si sono sobbarcate qualche sacrificio».
«Abbiamo solo qualche riserva – spiega – per quanto riguarda la propensione delle famiglie per i consumi, dato il rincaro di alcuni beni che frena le famiglie nello spendere». I rincari riguardano soprattutto il settore del Food & Beverage. «Pesa – continua Farina – l’aumento dei prezzi di alcuni generi alimentari, come, per esempio, l’olio di buona qualità. Si è passati in un anno dal costo di un euro e mezzo a 4 euro al litro. C’è, in questo settore, una forte speculazione che incide sui costi dei ristoratori i quali non possono servire alla clientela pietanze cucinate con ingredienti di pessima qualità solo per risparmiare. Nonostante questo – conclude – se il tempo sarà buono, avremo una stagione positiva».
Vittorio Caminiti, titolare di una grossa struttura alberghiera nel Reggino, oltre che presidente della Fontazione Its che si occupa di ricerca e innovazione nel settore agroalimentare, conferma il buon trend per la regione, sebbene lamenti una scarsa presenza delle istituzioni pubbliche per quanto riguarda la promozione del territorio. Il riferimento è ai 50 anni del ritrovamento dei Bronzi di Riace, celeberrimi in tutto il mondo, ma anche alle strategie di marketing turistico in generale.
«La tendenza – dichiara – è in crescita. La Calabria è una meta sia per i turisti italiani sia per quelli stranieri nonostante la carenza di collegamenti e la mancanza di pubblicità adeguata. Un evento come il cinquantenario del rinvenimento dei Bronzi doveva essere celebrato adeguatamente. In altre regioni si mobilitano per molto meno. È stata un’occasione persa. Comunque la Calabria gode di buona fama sia per il suo mare sia per la presenza di località incontaminate che sono l’ideale per chi cerca tranquillità. Diciamo che è un buon momento per il turismo in tutto il Sud».
«Alcune strutture – prosegue Caminiti – hanno sofferto nel mese di giugno perché non hanno saputo sopperire in proprio alla mancanza di strategie promozionali da parte delle istituzioni pubbliche. È andata bene, invece, per chi si è attrezzato partecipando alle fiere e contattando direttamente i tour operators sia a maggio che a giugno».
Resta, dunque, il rammarico per le opportunità che la ripresa, dopo la pandemia, offre e di cui la Calabria non ha saputo approfittare fino in fondo. «Si è fatta – dice Caminiti – una grande pubblicità per quanto riguarda l’agricoltura e l’agroalimentare con la partecipazione a grandi eventi, ma non per il turismo. Avremmo potuto allungare la stagione turistica a ottobre e novembre. C’è stato qualche aumento dei prezzi nella ristorazione – conclude – ma ci hanno aiutato molto le bandiere blu assegnate a molte nostre località balneari».
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