LOCRI Si erge al centro della città e diventerà – almeno secondo il progetto (e le speranze di molti) – il cuore della cosiddetta “Cittadella della Giustizia”: è il Nuovo Tribunale di Locri. Una storia che sembra essere infinita, quella del nuovo Palazzo di Giustizia, tra “pose di (diverse) prime pietre” e interruzioni determinate da varie problematiche, tra cui le ditte «in odore di mafia» che avrebbero partecipato al bando indetto inizialmente dal Comune.
All’entrata del cantiere ancora un lucchetto. Ma oggi più che mai si riaccende la speranza che questa non diventi la storia dell’ennesima opera pubblica incompiuta made in Calabria. I lavori, infatti, dopo la firma della perizia di variante, potrebbero riprendere a breve. Si attende solo il via libera della Corte dei Conti.
Oltre dieci anni dalla posa della prima (vera) pietra. Fino ad oggi circa 6 milioni di euro spesi, ma tra i vari problemi che hanno determinato più volte le interruzioni dei lavori, l’opera risulta ancora incompiuta. Il finanziamento iniziale era di circa 12 milioni di euro. Oggi, per completare l’opera sono stati stanziati ben 20 milioni.
Circondato da rovi ed erba altissima, lo scheletro dell’edificio è situato accanto alla struttura del Gruppo Carabinieri di Locri. L’idea è quella di far diventare l’area un vero e proprio punto di riferimento per tutta la Locride e la Calabria, realizzando altre due strutture dedicate alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri forestali.
Dopo anni di stop, lo scorso anno – nell’aprile del 2021 – sembrava essere arrivata la vera svolta con una nuova ripresa dei lavori, annunciata in pompa magna. «Lavori che sono stati sospesi perché sono subentrati l’aumento dei prezzi e una nuova perizia di variante», spiega ai nostri microfoni il sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
«La prima procedura è stata sospesa in quanto le ditte che avevano partecipato al bando sono state ritenute in odore di mafia», afferma il primo cittadino ripercorrendo le tappe ad ostacoli che, per oltre dieci anni, non hanno permesso di completare l’opera in breve tempo. Ritardi, poi, «causati anche dalla burocrazia», secondo il primo cittadino. «La mancanza di personale all’interno degli enti – spiega Calabrese – è diventato un grosso problema. C’era prima, oggi è aumentato a dismisura, in particolare in un settore delicato e complesso come quello dei lavori pubblici». «Auspichiamo – ha spiegato Calabrese – di poter riprendere dopo l’estate il cantiere cercando di procedere speditamente verso la realizzazione di questa importante e fondamentale opera per il territorio».
Intanto nell’attuale Palazzo di Giustizia di Locri potrebbero iniziare a breve i lavori per installare un ascensore. Attualmente l’edificio ne è sprovvisto, non permettendo a chi ne necessita di poter accedere ai piani superiori, compresi gli uffici della Procura. «La struttura è sprovvista anche di un montacarichi per portare da un piano all’altro i fascicoli». «È un argomento di cui si è spesso discusso. – afferma Calabrese – Purtroppo si è trascurato molto la giustizia su questo territorio. La scelta di andare a trovare immobili privati da prendere in locazione è una scelta completamente sbagliata e onerosa che non ha portato a nulla, se non a un’enorme spesa con nessun risultato utile dal punto di vista della funzionalità degli uffici della giustizia». (redazione@corrierecal.it)
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