REGGIO CALABRIA Un Ateneo «in salute», pienamente competitivo in campo nazionale per l’offerta formativa e pronto ad offrire un contributo «importante» per far crescere il sistema economico calabrese. Giuseppe Zimbalatti, neo rettore dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, descrive così il “suo” Ateneo. Il professore – che vanta un cursus studiorum di riguardo nel campo della ricerca agroalimentare e una robusta esperienza nella gestione dirigenziale della cosa pubblica – non appare affatto turbato per l’intimidazione che ha subito a luglio. Come delle sfide che lo attendono per rilanciare l’immagine della Mediterranea. Anzi, sotto questo aspetto Zimbalatti è pronto a rilanciare: «Dobbiamo proseguire a fare ciò che sappiamo fare meglio: produrre conoscenza, contribuire a ridurre la marginalità socioeconomica della Calabria e formare i giovani per inserirli nel mondo del lavoro»
Professore, da poche settimane guida l’Ateneo reggino che nel recente passato è stato al centro di una “bufera” giudiziaria. Che situazione ha trovato?
«Può apparire strano quanto le dirò ma, senza dimenticare le difficoltà che affliggono le Università del Sud, seppur in un quadro di “disagio” che coinvolge tutto il sistema formativo nazionale, non credo di sbagliarmi nell’affermare che la “Mediterranea” è una Università “in salute”. A dirlo non sono io, ma i recenti riconoscimenti conseguiti in vari ambiti, come il terzo posto raggiunto nella classifica Censis 2022 tra gli Atenei fino a diecimila iscritti oppure come dalla Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) 2015-2019, dove è emerso l’importante balzo in avanti compiuto dalla “Mediterranea” nel suo complesso rispetto alle precedenti tornate valutative. Il che testimonia come, la “Mediterranea” ha continuato, e continua al meglio a svolgere le sue funzioni. Ovviamente l’obiettivo resta sempre migliorarsi ulteriormente, ed a questo lavorerò nel corso del mio mandato».
Quale sarà la strategia che conta di mettere in campo per rilanciarne l’immagine?
«La via maestra per il rilancio dell’immagine della nostra Università passa attraverso il mantenimento e un’ulteriore sostegno alla continuità nel fare ciò che sappiamo fare meglio, ovvero produrre conoscenza, innovare, ridurre le marginalità culturali e socioeconomiche, formare giovani e inserirli nel mondo del lavoro e della ricerca. Il tutto partecipando attivamente ai processi di crescita del territorio. Per ottenere ciò sarà molto importante un sapiente utilizzo di tutti gli strumenti di comunicazione».
Quali sono i punti di forza che la “Mediterranea” può vantare per attrarre studenti?
«L’Università “Mediterranea”, attualmente, ospita una popolazione di circa cinquemila studenti; sono numerosi i giovani studenti stranieri che frequentano i Corsi di II e III livello attivi presso l’Ateneo reggino. Recentemente ho espresso molte delle mie idee in merito. In particolare, ritengo che la “Mediterranea” nei prossimi anni dovrà ulteriormente crescere in dimensione e qualità per potenziare il suo ruolo di centro dello sviluppo etico, culturale, sociale, economico della città e del territorio, quale riferimento nazionale e internazionale, con specifico riferimento all’area Mediterranea. In quest’ottica appare quindi sempre più essenziale il potenziamento delle attività di orientamento, e segnatamente di quelle in itinere ed in uscita, del rapporto tra didattica e Terza Missione attraverso formule di coinvolgimento quali stages, project work, contratti di apprendistato di alta formazione, lifelong learning, nonché delle connessioni tra le attività di Orientamento, Placement, Public engagement e Networking».
Mentre le novità dell’offerta formativa della Mediterranea per l’anno accademico che sta per iniziare?
«L’offerta formativa della “Mediterranea” per l’Anno accademico 2022-2023 è in continua evoluzione ed ormai è veramente ampia. Essa è riconducibile ai sette ambiti di Agraria, Architettura, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze Infermieristiche e Sportive, e Scienze Umane. Tutte punte di diamante per la qualità della didattica erogata e qualità della ricerca. L’offerta formativa si compone di 24 Corsi di Studio tra I e II livello, dei quali 12 di laurea triennale (due inter-ateneo), nove di laurea magistrale biennale (uno inter-ateneo) e tre di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico. Quest’anno la nostra offerta formativa si è arricchita con il corso di laurea triennale in “Scienze Biologiche per l’Ambiente”, inter-dipartimentale ed inter-ateneo con l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, quale sede amministrativa».
Ma il sistema universitario calabrese dovrebbe svolgere anche un ruolo attivo per rilanciare complessivamente l’economia della Regione. Come conta di far svolgere questa attività al “suo” Ateneo?
«L’Università Mediterranea ha come missione la promozione della crescita della Calabria e del Paese attraverso la ricerca, la formazione e la qualità dei servizi agli studenti e al territorio, la trasmissione dei valori per lo sviluppo etico e civile della comunità, l’innovazione, il trasferimento di tecnologie e di competenze professionali in collaborazione con i soggetti economici e sociali, la cooperazione con Enti di ricerca e Istituzioni nazionali e internazionali, con particolare riferimento ai paesi del bacino del Mediterraneo. Non possiamo però ignorare la situazione economica che contraddistingue il Mezzogiorno che, assieme ad altri elementi congiunturali, rendono ancor più fragile il sistema delle Università del Sud del Paese. Ma questo non deve essere una giustificazione per “non fare”, ma deve fare da stimolo ad impegnarsi sempre più per garantire lo sviluppo ed il progresso del Paese in uno scenario internazionale, complesso e mutevole, che “impone” il raggiungimento di obiettivi strategici sempre più stringenti per la qualità della vita e per la sostenibilità del nostro pianeta. Gli studenti di oggi saranno i professionisti del domani. Solo continuando a formarli al meglio, come già facciamo, contribuiremo in maniera fondamentale allo sviluppo del nostro tessuto economico. Le recenti progettualità in ambito Pnrr, efficacemente sviluppate dal nostro Ateneo rappresentano una prima importante opportunità per tracciare le traiettorie appena dichiarate. La collaborazione tra Università ed Imprese su attività di ricerca knowledge-driven e technology-driven rappresenta, in Calabria, una opportunità per “trasformare” le conoscenze in tecnologie e prodotti innovativi, oltreché per sviluppare una rete di ricerca industriale che sostenga la competitività del sistema economico nel suo complesso. Su questo fronte la “Mediterranea” è di certo molto attiva, considerato anche l’elevato numero di partecipazioni in aggregazioni di vario tipo (Consorzi, Ats, Fondazioni, etc.), che vanno assolutamente razionalizzate. La partecipazione ai Poli di Innovazione Regionali e, più recentemente, ai Centri nazionali finanziati sul Pnrr e agli Ecosistema dell’innovazione Calabria-Basilicata attesta, a tale riguardo, la nostra vivacità». (r.desanto@corrierecal.it)
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