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Pitaro: «Impegno del Parlamento su biodiversità, foresta e pesca»

Appello del candidato Pd al Senato: «Occorre centrare gli obiettivi fissati al 2030 dall’Unione europea sul clima»

Pubblicato il: 23/09/2022 – 15:25
Pitaro: «Impegno del Parlamento su biodiversità, foresta e pesca»

CATANZARO «Su Aree protette, biodiversità, foreste e pesca il Paese e il Mezzogiorno hanno potenzialità da liberare subito. La Calabria ha un polmone ambientale di 612 mila ettari di superficie forestale, ma il dibattito sorvola su questioni come la salute, il benessere umano e lo sviluppo sostenibile, legati alla resilienza dei sistemi naturali.
Legambiente segnala che l’impatto antropico ha trasformato il 75% degli ambienti delle terre emerse e il 66% degli ecosistemi marini, messo a rischio almeno un milione di specie animali e vegetali, dopo averne cancellato per sempre un numero imprecisato». Lo afferma il candidato Pd al Senato Francesco Pitaro che aggiunge: «È dunque essenziale disporre di un Parlamento che punti a raggiungere nel 2030 gli obiettivi su clima, biodiversità e foreste e nel 2050, come prescrive l’Europa, la completa decarbonizzazione».
«È una responsabilità che chiama in causa le Aree naturali protette – sottolinea Pitaro – ossia lo strumento più efficace per tutelare le risorse naturali e la biodiversità, promuovere la gestione sostenibile del territorio e favorire l’economia green delle comunità interessate. I Parchi e le Aree marine protette sono anche un formidabile attrattore turistico e una opportunità di crescita per i territori, oltre ad essere una delle poche politiche pubbliche fatte su larga scala per proteggere le aree più fragili e tutelare ecosistemi delicati come le montagne, le foreste, i fiumi, le zone umide e il mare.
Oggi l’Italia attraverso i Parchi e le Riserve protegge l’11% degli habitat terrestri e circa il 5% degli ecosistemi marino-costiero: una percentuale ancora non sufficiente a proteggere tutti gli habitat e le specie presenti nel nostro Paese».
«Occorre raggiungere i target previsti dalla UE al 2030 – afferma ancora il candidato dem – e tutelare in maniera giuridicamente vincolante il 30% del territorio e del mare, oltre a gestire in maniera rigida il 10% delle aree protette. Naturalmente, si tratta di obiettivi che si possono conseguire attraverso scelte politiche chiare e condivise. Pianificando una rinnovata intesa tra Governo, Regioni e Comuni e prevedendo risorse umane e finanziarie adeguate. Occorre ripristinare la leale collaborazione tra le istituzioni interessate e creare un luogo di concertazione per queste politiche, oltre a individuare uno strumento nazionale per il finanziamento, la programmazione e gestione coordinata della biodiversità, delle aree protette dei siti Natura 2000».
«In più, è necessario rafforzare le norme per la tutela del capitale naturale – dice -. La legge quadro sulle Aree protette (n. 394/91), ha permesso di realizzare un sistema diffuso di protezione della natura, ed ha saputo regolare le esigenze di conservazione con la crescita sostenibile dei territori. Sono oltre 200 gli Enti che gestiscono le 872 aree protette istituite in territori che non sono aree wilderness: interessano oltre 2.500 comuni (la gran parte piccoli o piccolissimi) con una popolazione complessiva di 10 milioni di residenti e contengono oltre 300 mila imprese attive».
«Sebbene non sia stato ancora raggiunto il giusto equilibrio- conclude Pitaro – è opinione comune che occorra aggiornare la legge 394. Soprattutto dopo che negli anni è stata manomessa con interventi che non hanno affrontato i nodi veri, tra i più urgenti il tema della tutela della biodiversità e del mare, ma solo quelli relativi agli interessi della politica sulle nomine e la governance».

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