CATANZARO «Dieci anni di commissariamento sono qualcosa di innaturale, avrebbero annichilito qualunque sistema sanitario, a maggior ragione un sistema tra i non più robusti d’Italia. Si tratta di mettere il punto a un certo tipo di commissariamento e consentire di ricostruire». Così, a margine di un’iniziativa organizzata dall’Aned a Catanzaro, il commissario di Azienda Zero Giuseppe Profiti, che inoltre ha annunciato «un pacchetto che costituirà la manovra di autunno» per affrontare la carenza di personale nella sanità calabrese. Intercettato dai giornalisti, Profiti ha anzitutto fatto il punto sull’attività di Azienda Zero, ancora non a pieno regime: «Ci siamo dati l’obiettivo di essere operativi all’1 gennaio 2023, d’altra parte siamo nati e preso forma qualche mese fa. Quindi, ancora un po’ di pazienza. Si è aspettato 10 anni per dotarsi di uno strumento che le altre Regioni hanno già e con cui gestiscono il sistema sanitario: questione di pochi mesi per nascere e nascere bene».
Quindi si è soffermato sui principali temi di stretta attualità, spiegando che i problemi della sanità calabrese «sono i problemi legati alla situazione, che è naturale che ci sia qui in Calabria, dopo 10 anni di commissariamento. Più volte ho precisato che 10 anni di commissariamento sono qualcosa di innaturale, avrebbero annichilito qualunque sistema sanitario, a maggior ragione un sistema tra i non più robusti d’Italia. Si tratta di mettere il punto a un certo tipo di commissariamento e consentire a questo punto di ricostruire. Il commissariamento – ha rilevato il commissario di Azienda Zero – nasce per il rientro dal disavanzo, un disavanzo che ormai da due anni non c’è più. La Calabria ha fatto i conti con il passato, ha ripianato i suoi disavanzi, adesso ha un avanzo nel 2021: si tratta ora di decidere come impiegarlo per restituire servizi sanitari ai calabresi che ne sono stati privati in questi anni». Quanto al tema del debito, per Profiti «gli addetti ai lavori hanno il sospetto che in realtà questo gigantesco debito non sia come è stato narrato ma possa essere ben diverso. Non so fino a che punto sia un sospetto e valutazioni tecniche o un desiderio, certo questo significherebbe liberare tante risorse per il sistema. Anche in questo caso aspettiamo ancora qualche mese».
Profiti ha anche parlato della integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro, osservando che «è uno dei punti cardine ma non solo per Catanzaro e per l’area centrale della Calabria ma per l’intero sistema sanitario regionale. Una azienda ospedaliera grande, integrata, per un bacino di utenza ampio per le alte specialità è necessaria: la fusione è il punto di partenza strategico per iniziare a costruire questo grande hub regionale. Vedo passi avanti: a livello tecnico – ha osservato il commissario di Azienda Zero – noi stiamo lavorando “come se”, quindi stiamo ridisegnando il futuro della Calabria come se anche questa a breve fosse una realtà operativa. La Calabria ne ha bisogno, nel disegno del sistema sanitario futuro c’è».
Infine, il capitolo della carenza di personale, capitolo delicato e fonti di polemiche dopo la decisione del governatore e commissario Occhiuto di ricorrere alla soluzione “tampone” dell’arrivo di medici da Cuba. Profiti ha annunciato «un pacchetto, che costituirà la manovra di autunno. Diciamo che per la prima decade di ottobre si possa dare al presidente la possibilità di presentare un pacchetto organico di misure che inserisca i cubani all’interno di una manovra un po’ più complessiva, fatta di interventi strutturali, quindi destinati a risolvere i problemi anche nel medio lungo periodo – come i concorsi, concorsi a tempo indeterminato e stabilizzazioni – e una serie di misure estemporanee che ci devono consentire di far fronte a situazioni contingenti in Calabria come nel resto d’Italia legate all’improvvisa carenza di medici di cui ci siano accorti nel post covid, in Calabria come in tutte le altre regioni».
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